Link alla Dichiarazione di Accessibilità di AGID – Agenzia per l’Italia Digitale
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Sebbene la maggior parte dei problemi di accessibilità non possa essere risolta senza modificare direttamente i contenuti, questo sistema aggiunge una serie di utili funzioni di accessibilità con il minimo di impostazione e senza la necessità di conoscenze specialistiche.
Il pannello delle funzioni, segnalato sul lato sinistro dello schermo con un’icona quadrata, permette le seguenti modalità:
Seganalazioni di non accessibilità
L’Agenzia per l’Italia Digitale recepisce le segnalazioni di eventuali inadempienze relative all’accessibilità dei siti web delle PA. Qualora l’Agenzia ritenga fondata la segnalazione, richiede al soggetto erogatore l’adeguamento dei servizi erogati, assegnando un termine non superiore a 90 giorni per adempiere.
La segnalazione dovrà essere inviata all’Ufficio Protocollo dell’Agenzia per l’Italia Digitale protocollo@pec.agid.gov.it con le seguenti modalità:
Entro il 31 marzo di ogni anno le Amministrazioni pubbliche hanno l’obbligo di pubblicare sui propri siti web gli “Obiettivi di accessibilità” per l’anno corrente.
A tal proposito, l’Agenzia per l’Italia Digitale ha emanato la circolare n. 61/2013 per informare le pubbliche amministrazioni sui nuovi adempimenti previsti dalla recente normativa. Con riferimento agli Obiettivi di accessibilità, l’Agenzia per l’Italia Digitale intende anche fornire alle pubbliche amministrazioni sia un questionario, che esse possano utilizzare per effettuare un’autovalutazione circa lo stato di adeguamento dei propri siti e servizi web alla normativa sull’accessibilità, sia un esempio di format per la pubblicazione sui siti web degli obiettivi annuali di accessibilità.
ANNALISA FILANNINO
Mi chiamo Annalisa Filannino, ho frequentato l’indirizzo Servizi Socio-Sanitari (oggi Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale), conseguendo il diploma nel 2013. Oggi sono un’operatrice socio-sanitaria, ho 31 anni e lavoro in una struttura per anziani. È difficile raccontare il ricordo più bello, perché ogni giorno è stato un mix di emozioni: ansie, paure, sfide, ma anche spensieratezza, risate e una grande crescita personale.
Due docenti mi hanno lasciato un segno profondo: la professoressa Ruscino e la professoressa Cristallo. Due donne meravigliose, veri punti di riferimento per me, mi hanno dato ciò che altri non sono riusciti a trasmettermi. La professoressa Cristallo, con le sue urla indimenticabili e la sua dolcezza, mi ha insegnato ad avere un grande cuore e ad aiutare sempre chi ne ha più bisogno. La professoressa Ruscino, con i suoi modi buffi e scherzosi, mi ha insegnato a credere in me stessa, a non arrendermi mai e a lottare per ciò che desidero.
Ho capito da piccola chi volevo diventare, in realtà, avendo in famiglia mia cugina con la sindrome di Down, ho sempre avuto una sensibilità diversa rispetto agli altri. Sento di poter aiutare chi ne ha bisogno, e farlo mi dà una soddisfazione enorme.
Al mio “io” di allora consiglierei di pensare di più al futuro: tornassi indietro, avrei sicuramente intrapreso l’università. Ai ragazzi di oggi consiglio di viversi questi anni al 100%, perché una volta finiti, credetemi, vi mancheranno tantissimo. Lasciate perdere i social, le apparenze, e concentratevi sulla vita reale e su voi stessi. Ponetevi un obiettivo e raggiungetelo!
Questa scuola mi ha dato un lavoro — cosa chiedere di più? Mi ha cambiata: sono cresciuta e sono fiera di ciò che sono. Forse troppo buona, è vero, ma con un grande cuore.
ILARIA CAPOGNA
Mi chiamo Ilaria Capogna. Ho frequentato l’indirizzo Servizi Socio – Sanitari, oggi sostituito dall’indirizzo Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale, diplomandomi nel 2013. Oggi ho 31 anni, sono laureata in Scienze Politiche del Servizio Sociale presso l’Università degli Studi di Bari e lavoro come assistente sociale in una cooperativa che si occupa di salute mentale.
Non ho un solo ricordo bello di quegli anni, per me la scuola è stata spensieratezza, amicizie, definizione e scoperta della mia persona. Ho imparato tantissimo in quel periodo. Ci sono stati insegnanti che sono stati per me delle vere guide di vita. La professoressa Cristallo e la professoressa Ruscino mi sono rimaste particolarmente nel cuore: oltre alle materie, insegnavano la VITA. Mi hanno insegnato a non arrendermi e sono sempre state presenti, anche quando i piccoli problemi adolescenziali sembravano ostacoli insormontabili. In realtà, sin da piccola ho sempre desiderato svolgere un lavoro che avesse come obiettivo quello di aiutare le persone. Sicuramente la mia scelta è stata rafforzata dai libri di scuola: psicologia, diritto dei servizi sociali e tutte le materie inerenti a questo percorso lavorativo non hanno fatto altro che alimentare la mia voglia di diventare ciò che sono oggi.
Alla “me” di allora direi: “Non accontentarti, rischia, buttati in cose nuove se ti fanno stare bene, anche se c’è il rischio che finiscano”. Ho passato troppi anni ad avere paura di uscire dalla mia comfort zone, paura di affrontare gli esami se non mi sentivo preparata al 100%, paura di cambiare lavoro o amicizie. Quindi, ai ragazzi che oggi leggono, voglio dire: so che molte cose vi sembrano difficili, paurose o impossibili da superare, ma un giorno vi guarderete indietro e capirete che erano solo ostacoli momentanei. Se avete sogni, ambizioni o idee, prendetevi sul serio e impegnatevi.
LAVORA OGGI PER IL TE DI DOMANI ❤️
LORENZA RAGNO
Mi chiamo Lorenza Ragno e mi sono diplomata al Liceo Artistico, indirizzo Grafica, presso l’IISS Léontine e Giuseppe De Nittis nel 2017. Ho 27 anni e, dopo il diploma, mi sono iscritta all’Accademia di Belle Arti di Foggia, indirizzo Pittura. Ben presto, però, ho capito che quella non era la mia strada. Nel 2019 mi sono quindi iscritta alla scuola di fotografia e cinematografia F. Project di Bari, dove ho potuto affinare le mie tecniche e imparare davvero quello che oggi è il mio mestiere: la fotografia. Questa passione mi accompagna da sempre, perché è la stessa di mio padre, ma è stato a scuola, con il prof. D’Andrea, che per me si è aperto un mondo: quello della fotografia di moda.
Oggi lavoro come fotografa freelance, specializzata in fotografia commerciale ed editoriale nei settori fashion, food e beauty. Nel tempo libero mi dedico anche alle illustrazioni digitali per progetti personali e, in mezzo a tutto questo marasma, mi occupo anche di graphic design. Ho fatto tanta strada e vissuto molte esperienze professionali, ma sono consapevole di essere ancora lontana da quella che considero una vera e propria realizzazione personale e professionale. Ci sto lavorando: un passo alla volta, con costanza e impegno, spero di raggiungere presto quel traguardo.
Non riesco a individuare un solo ricordo, perché ce ne sono davvero tanti. Credo di essere stata una di quelle persone che hanno vissuto la scuola a 360 gradi, soprattutto dal terzo al quinto anno, tra progetti pomeridiani, attività e iniziative varie. Ricordo con affetto i murales, i progetti di pittura, la giornata dell’arte, l’orientamento, la band della scuola… e potrei continuare. Sono frammenti preziosi che hanno costruito anni indimenticabili.
Più di un docente ha lasciato un segno in me, e voglio approfittare di questa occasione per ringraziarli. Mi piace pensare che quello che sto scrivendo sia come una pagina di ringraziamenti nella mia tesi di laurea. La prof.ssa Rizzo per me è stata una seconda mamma: quando la vedo o sento la sua voce, mi sento a casa. Lei è quella mamma che ti ama, ti avvolge e ti protegge, ma che sa anche essere dura e sincera. Più passano gli anni, più mi rivedo in lei. La prof.ssa Longo mi ha insegnato quella che oggi è la mia tecnica come digital artist. Mi ha tolto la paura di disegnare con la penna, quella paura di sbagliare, e mi ha insegnato ad accettare gli errori e trasformarli in un punto di forza. La prof.ssa Ricco mi ha dato tanto senza dire quasi nulla, anche solo mettendo un “-1” sulla tavola consegnata in ritardo. All’epoca non l’ho capita fino in fondo e mi dispiace, perché avrei voluto imparare molto di più da lei. La prof.ssa Grazia Dileo mi ha insegnato a stimolare la creatività anche dalle piccole cose. Il prof. Marano mi ha trasmesso la passione sfrenata per il proprio lavoro e mi ha insegnato che bisogna provarci sempre, senza preoccuparsi troppo dei risultati, perché l’impegno prima o poi ripaga. La prof.ssa Bonadies mi ha insegnato a lottare sempre con il sorriso. Ricordo perfettamente l’ultima cosa che mi disse qualche mese prima di andarsene: “Io ti vedo”. Una frase semplice, ma per me potentissima, perché nonostante gli anni passati lei ancora mi vedeva, come se silenziosamente seguisse i miei passi e mi dicesse: “Sei brava, continua così”. Il prof. D’Andrea mi ha aperto il mondo della fotografia documentaria e commerciale. È stata la vera scintilla che ha acceso in me questa passione, e sono convinta che avere un buon professore faccia davvero la differenza. Una parte dei miei successi, e gran parte di quello che oggi so fare, la devo a lui. I professori Picchierri e Carelli mi hanno insegnato ad amare la filosofia in modi diversi, ad aprire la mente e ad avere sempre fame di conoscenza: lui con fierezza e determinazione, lei con dolcezza e sensibilità. Ultimo, ma non per importanza, il prof. Lovino, che mi ha insegnato a “fare schifo con stile”, a prendere la vita con un abbondante pizzico d’ironia e a capire che un professore e un alunno possono essere davvero amici, pur mantenendo quel sottile velo di rispetto che separa i ruoli. Il pensiero che mi scrisse il giorno del mio esame orale è ancora appeso nella mia stanza e nel mio cuore. Grazie a tutti voi.
Ho capito di voler intraprendere questo percorso il giorno in cui sono entrata nello studio del prof. D’Andrea. Dovevamo realizzare degli scatti fashion per dei foulard dipinti a mano da studentesse della nostra scuola. Ricordo che mi mise in mano la sua macchina fotografica: era pesantissima, proprio come lo è la mia oggi. Nel momento stesso in cui ho guardato nel mirino, ho sentito che quella sarebbe stata la mia strada. Da lì è nata la mia passione per la fotografia, che si è intrecciata naturalmente con la grafica e l’illustrazione.
Il consiglio che darei alla Lorenza di allora, e a chi oggi frequenta questa scuola, è di essere affamati di conoscenza e di non accontentarsi mai. Credete in voi stessi e in ciò che fate. Non siate superficiali: andate a fondo, indagate la vostra interiorità attraverso l’arte. Create, sperimentate, sbagliate e ricominciate. Non abbiate paura. Sentitevi vivi e liberi, perché l’arte riempie e dà senso. Questi anni sono fondamentali: costruiscono le basi di ciò che sarete, sia che decidiate di diventare artisti, designer, architetti, insegnanti o altro. Non sprecate questa opportunità e vivetela con rispetto e gratitudine.
L’esperienza nella mia scuola ha influito profondamente sia sul piano personale che su quello professionale. Sono stati anni in cui ho ricevuto insegnamenti preziosi e in cui ho scoperto la mia vocazione per la fotografia. È stato lì che ho incontrato docenti capaci di vedere in me potenzialità che ancora non conoscevo e che mi hanno guidata con passione e dedizione. Ed è stato lì che ho avuto la mia prima esperienza concreta con la fotografia: l’inizio di un percorso che oggi rappresenta la mia vita.
LUCIA LAPORTA
Mi chiamo Lucia Laporta, ho frequentato l’indirizzo socio-sanitario e mi sono diplomata nell’anno accademico 2020/2021. Il 5 novembre 2024 mi sono laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione presso l’Università di Foggia, con lode. Ho 22 anni e oggi mi considero una ragazza molto più sicura delle proprie capacità, con una grande voglia di crescere e di realizzarsi sempre di più. Ho avuto la possibilità di lavorare come educatrice, seguendo due ragazzi di quinta superiore e un ragazzo di terza superiore. È stata un’esperienza bellissima, che rifarei senza esitazione: ho preso a cuore le loro situazioni e le loro esigenze, riuscendo a lavorare con esiti positivi. L’affetto che mi hanno dimostrato mi ha fatto comprendere quanto io possa dare, non solo dal punto di vista didattico, ma anche e soprattutto umano.
Il ricordo più bello dei miei anni scolastici è legato al percorso di crescita personale che ho vissuto tra i banchi di scuola. Lo ricordo come un viaggio fatto di insicurezze, sorrisi, momenti di fatica e di soddisfazione. Rivedo le chiacchierate nei corridoi, le risate durante la ricreazione, le emozioni prima di un’interrogazione o di un compito importante. La scuola è quel luogo speciale che ci fa sentire al sicuro, ci protegge dalle difficoltà del mondo esterno e ci regala il privilegio di restare un po’ bambini. Forse per questo, dopo il diploma, nasce spesso il desiderio di ritornarci.
Ci sono stati docenti che mi hanno lasciato un segno profondo. Tutti i professori che mi hanno accompagnata dal primo al quinto anno sono stati validissimi, ma in particolare il professor Emanuele Solofrizzo ha avuto un ruolo determinante. Mi ha incoraggiata a credere in me stessa in un periodo in cui ero solo una sedicenne, piena di paure e insicurezze. Mi ha insegnato a non darmi mai per scontata e a impegnarmi per dare sempre il meglio. Grazie anche al suo supporto mi sono diplomata con 100/100. Lui ha visto in me un potenziale che io stessa non riuscivo a riconoscere e mi ha spronata a tirarlo fuori. Alla fine del quinto anno mi disse una frase che porto ancora nel cuore: “Fatti valere.” È quello che sto cercando di fare ogni giorno. Ho capito che tutti hanno un potenziale nascosto, anche chi ottiene brutti voti: forse non ha ancora imparato a credere in sé stesso e ha bisogno di qualcuno che lo stimoli. Per questo mi sento fortunata ad aver incontrato un professore come lui, perché senza i suoi insegnamenti probabilmente oggi non sarei la persona che sono.
Ho scelto l’indirizzo socio-sanitario perché sapevo che mi avrebbe dato la possibilità di lavorare a contatto con le persone e di aiutare chi si trova in difficoltà. Ho sempre avuto una predisposizione all’ascolto e all’empatia, e questo indirizzo mi è sembrato il più adatto per coltivare queste qualità e trasformarle in una risorsa per il mio futuro.
Se potessi dare un consiglio al mio “io” di allora, direi di godersi il percorso scolastico fino in fondo. Se avessi creduto di più in me stessa, avrei vissuto quei momenti con maggiore leggerezza e felicità. A chi oggi frequenta la mia vecchia scuola consiglio di sorridere, di condividere esperienze e di trasformare ogni giorno in un percorso di crescita. Direi loro di non vivere le interrogazioni come un momento di paura, ma come un’occasione per esprimersi, farsi ascoltare e dimostrare ciò che hanno imparato.
La mia esperienza nella scuola ha influito profondamente e in modo positivo sul mio percorso personale e professionale. Aver avuto professori appassionati e preparati mi ha stimolata a coltivare la mia cultura e i miei studi. Li ho presi come punti di riferimento e, grazie a loro, ho scelto di continuare il mio percorso universitario. Attualmente sono iscritta al corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università di Campobasso. Il mio sogno è insegnare nella scuola primaria, perché i bambini rappresentano il futuro ed è fondamentale dare loro basi solide, sostegno e valori autentici.
Vorrei insegnare anche nella scuola secondaria di secondo grado e, in futuro, all’università. Ho capito di voler insegnare quando un professore ha cambiato la mia vita: da quel momento ho compreso quanto i ragazzi della mia età fossero fragili, quanto avessero bisogno di essere ascoltati e compresi. Vorrei insegnare per restituire ciò che io stessa ho ricevuto: stimolare i ragazzi e far capire loro che un brutto voto non è la fine del mondo, che si può sempre ripartire da zero. Un voto non definisce mai il valore di una persona.
La scuola deve essere un rifugio, un luogo in cui esprimersi, crescere e imparare. Il mio obiettivo è accompagnare i ragazzi in tutte le fasi della loro crescita, non solo insegnando nozioni, ma soprattutto trasmettendo fiducia, motivazione e amore per lo studio. Vorrei che ogni studente sentisse di avere dentro di sé un potenziale unico e irripetibile, che capisse che nessun voto, nessuna difficoltà, nessun ostacolo può davvero definirlo. Spero che chi oggi frequenta la mia vecchia scuola impari a credere in sé stesso, a non smettere mai di sognare e a lottare con coraggio per i propri obiettivi.
Perché la scuola non è soltanto il luogo delle interrogazioni e dei compiti: è il posto in cui si impara a crescere, a conoscersi, a credere nel futuro. È il rifugio che ti prepara ad affrontare il mondo e il luogo dove si ricevono lezioni di vita.
DEBORA DELVECCHIO
Mi chiamo Debora Delvecchio e ho frequentato l’indirizzo tecnico dei servizi sociali, conseguendo il diploma nel 2013. Oggi ho 31 anni, lavoro come educatrice, sono laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione e mi sto specializzando nel sostegno nella scuola secondaria di secondo grado.
Il ricordo più bello che porto con me degli anni delle superiori è il clima sereno che si respirava: mi sentivo parte integrante di un gruppo e i professori ci sostenevano costantemente, incoraggiandoci a seguire i nostri sogni e a credere nelle nostre potenzialità. Molti docenti mi hanno lasciato un segno, ma una frase in particolare è rimasta con me e ancora oggi, mentre sto per diventare loro collega, continua a guidarmi: “Credi in te stessa: se lo desideri davvero e lo vuoi con forza, puoi farcela.” Per dodici anni ho lavorato negli asili nido, un ambiente che amavo e che consideravo “il mio mondo”. Poi la vita mi ha portato a incontrare un bambino con la sindrome di West: quell’esperienza mi ha aperto nuovi orizzonti. Ho deciso di riprendere gli studi, laurearmi e continuare a specializzarmi. Ho scoperto quanto mi appassioni affiancare i ragazzi con bisogni educativi speciali, tanto che da tre anni lavoro in un centro dedicato a bambini con BES e DSA. A breve conseguirò la specializzazione per il sostegno e diventerò insegnante.
Alla me del passato – e ai ragazzi di oggi – mi piace citare una frase tratta dal film “Alla ricerca della felicità”, che è diventata il mio motto di vita: “Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa, neanche a me, ok? Se hai un sogno, devi proteggerlo. Quando gli altri non sanno fare qualcosa, dicono a te che non la sai fare. Se hai un sogno, vai e inseguilo. Punto.”
L’esperienza scolastica mi ha aiutata molto: grazie all’alternanza scuola-lavoro ho capito realmente quale fosse la mia strada. Ed è proprio da lì che è iniziato il cammino che oggi mi ha portata a crescere, cambiare e trovare la mia vera vocazione: essere accanto a chi ha più bisogno.
GIORGIA BUCCARDO
Mi chiamo Giorgia Buccardo e ho studiato presso l’IISS Léontine e Giuseppe De Nittis, frequentando il Liceo Artistico indirizzo Grafica. Mi sono diplomata nel 2020. Oggi sono una studentessa di Fashion and Fiber Art presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia; frequento il secondo anno di magistrale e sono prossima alla seconda laurea, prevista per marzo 2026. Ho 23 anni e spero di poter continuare a inseguire il sogno di lavorare nel campo della moda.
Gli anni trascorsi presso l’IISS Léontine e Giuseppe De Nittis rimarranno sempre impressi nel mio cuore: sono stati gli anni più belli, perché ho scoperto le mie più grandi passioni – tra le quali quella per il disegno – e, soprattutto, ho creato legami che continuano nel tempo. Ho molti bei ricordi di quel periodo, avendo partecipato a diversi eventi anche al di fuori della scuola, che mi hanno lasciato esperienze preziose. Probabilmente, la più bella di tutte rimane una delle notti bianche organizzate dal nostro istituto: in quell’occasione, tutti noi ragazzi del Liceo Artistico abbiamo dato vita a una sfilata in cui ciascuno indossava qualcosa creato da sé, sfilando lungo un piccolo corridoio del terzo piano, quello dedicato al liceo artistico. Ricordo perfettamente l’emozione di quando indossai la maglietta realizzata da me e sfilai lungo quel corridoio: i miei compagni e amici non smettevano di guardarmi e applaudire! Forse è stato proprio il legame tra le mie due più grandi passioni, la moda e l’arte, a rendere quella serata così magica.
Sono certa che più di un docente, in quei cinque anni, mi abbia lasciato qualcosa di importante. Ricordo in particolar modo la mia professoressa di inglese, la professoressa Rizzo, che è riuscita a farmi amare la sua materia, quando invece pensavo di odiarla. Il suo costante incoraggiamento a dare il meglio di me, sostenendomi sin dall’inizio, mi ha coinvolta così tanto che ho perfino partecipato al corso per ottenere la certificazione B1! Un’altra docente che mi ha dato tanto, anche se mi ha seguita solo per gli ultimi tre anni, è stata la professoressa Dileo, insegnante di grafica. Anche lei mi è stata di grande supporto, dandomi la possibilità di scoprire e sperimentare, rafforzando ulteriormente la passione per il disegno. Sono state proprio queste due professoresse, del resto, a complimentarsi con me dopo l’esame di maturità e a farmi il loro “in bocca al lupo” per il futuro. A loro sarò sempre grata. Sin da piccola, il disegno è sempre stato una mia passione: trascorrevo ore a disegnare e colorare. Sono sempre stata molto determinata e, a dire il vero, l’unico Open Day a cui ho partecipato durante gli anni delle scuole medie è stato proprio quello del Liceo Artistico! Ricordo ancora l’emozione di quando entrai nei laboratori e vidi tutte le opere dei ragazzi del liceo: capii subito che quella era la mia strada, era esattamente ciò che volevo fare anch’io.
Il consiglio che darei alla me stessa di allora è di seguire sempre i propri sogni e di non mollare mai, perché niente è impossibile e ogni sacrificio, con il tempo, viene ripagato. Darei lo stesso consiglio anche ai ragazzi che attualmente frequentano questo istituto: seguite i vostri sogni e soprattutto studiate, perché è importante; studiate perché un domani potrete fare la differenza; studiate perché il futuro appartiene a voi. Non fatevi mai influenzare da niente e da nessuno, ma seguite sempre le vostre passioni e portatele avanti senza paure, perché un giorno sarete fieri di ciò che avete costruito in questi anni, gli anni più belli della vostra vita.
Gli anni trascorsi in questo istituto sono stati fondamentali per me, sia dal punto di vista personale che professionale. Ho avuto la possibilità di partecipare a molti eventi e, soprattutto, ho avuto l’onore di far parte del gruppo Hostess e Steward dell’istituto. Questo gruppo rimarrà per sempre nel mio cuore, perché non solo mi ha aiutato a crescere in tanti ambiti, ma mi ha dato anche la possibilità di conoscere nuove persone e creare amicizie che durano ancora oggi. Con ognuno di loro ho condiviso momenti fantastici: ricordo in particolare quando, durante i servizi svolti insieme, trovavamo sempre un piccolo momento di svago, pochi minuti ma sufficienti per riunirci e ridere. Dal punto di vista professionale, questa esperienza mi ha trasmesso valori come la disciplina, il rispetto e la complicità, dandomi inoltre la possibilità di conoscere luoghi e persone importanti. Posso dire che, grazie a tutte queste esperienze, sono diventata la persona che sono oggi.
AZZURRA PERSIA
Ciao, sono Azzurra Persia. Ho frequentato l’indirizzo Socio-Sanitario e mi sono diplomata nel 2012. Adesso ho 32 anni, sono realizzata professionalmente anche se faccio un lavoro “lontano” da quello che è stato il mio percorso di studi. Sono Capotreno per Trenitalia: ho vinto il concorso cinque anni fa. Ho un bellissimo ricordo dei miei anni passati a scuola, sono stati anni felici. Ho avuto la fortuna di imparare molto grazie alle tante esperienze diverse che ho potuto intraprendere. Sicuramente ciò che mi porto nel cuore sono i rapporti che si sono creati, i legami e gli insegnamenti personali. Ricordo le risate, le numerose trasferte durante “l’orientamento scolastico”, i tanti servizi hostess e le ore trascorse insieme. Ho tantissimi flash di piccoli momenti che porto sempre nel cuore.
Ho avuto la fortuna di conoscere colei che per me è diventata un esempio da seguire. In piena consapevolezza di una giovane donna posso affermare di essere stata fortunata nel trovare chi ha creduto in me in quegli anni così delicati, spronandomi a fare del mio meglio e insegnandomi a stare al mondo nel modo più giusto. La prof.ssa Anna Ruscino è stata il mio faro nel mondo degli adulti: dai banchi di scuola, al percorso post-diploma, fino alla vita vera. È stata un punto di riferimento sempre presente. C’è chi insegna una materia e chi ti insegna a essere un buon essere umano nella folla. Mi ha insegnato l’amore per la lingua, il senso del dovere, la libertà, a credere in me stessa, ad amare le persone che ci sono accanto, a capire quali sono le priorità nella vita e a lasciare andare ciò che non serve. Mi ha insegnato tanto, anche inconsapevolmente. Spero che almeno qualcuno di voi abbia la mia fortuna.
Il lavoro che svolgo è arrivato casualmente, con un concorso pubblico a cui ho partecipato grazie a requisiti specifici, tra cui la tipologia di scuola, il voto del diploma e le conoscenze linguistiche. La consapevolezza di ciò che ora faccio è venuta solo con il tempo, in itinere. È un lavoro di grande responsabilità: ci sono tanti aspetti che dall’esterno non si conoscono o comprendono. È molto dinamico, sono in costante contatto con la gente — e questo ha i suoi pro e contro — e quando inizio il servizio sono il “capo” di me stessa. Il mio lavoro mi piace, mi soddisfa e mi sprona, ma non c’è stata una ricerca consapevole a seguito di un desiderio. Nel frattempo, però, ho continuato gli studi, perché la mia azienda dà la possibilità di crescita professionale, ed è questo l’obiettivo che mi pongo ora. Pertanto, non ho mai scelto questo percorso, ma nella vita tutto si stravolge, cambia e si evolve.
Il consiglio che darei al mio “io” di allora, e a tutti i ragazzi, è quello di godersi tutto a pieno, di lasciarsi andare anche sbagliando e di non aver paura. Di studiare e cogliere ogni occasione che la scuola propone, perché sono le esperienze che formano maggiormente. Nella nostra società i voti sono importanti, anche per il futuro lavorativo, ma ricordate: noi non siamo un voto! Sicuramente ho appreso competenze personali importanti che oggi mi servono molto anche nel mondo del lavoro: l’importanza del rispetto delle regole, dei ruoli, dell’altro. Grazie ai corsi extracurricolari ho ottenuto certificazioni linguistiche che mi hanno facilitato sia nel percorso universitario che in quello lavorativo. Ho appreso nozioni e sviluppato competenze che mi hanno resa una professionista seria e una persona migliore rispetto all’adolescente che ero.
DANIELE LIONETTI
Ciao, mi chiamo Daniele Lionetti. Sono passati circa cinque anni da quando mi sono diplomato (a.a. 2020-21), anche se sembra una vita fa. Ho frequentato il Liceo Artistico e, al triennio, ho deciso di proseguire i miei studi nell’indirizzo Grafica. Ad oggi sono laureato con lode in Design per la Moda all’Università L. Vanvitelli di Napoli e sto frequentando un master di primo livello alla Sapienza di Roma in Management, con l’obiettivo di diventare un Project Manager in ambito artistico e progettuale.
Ho un bellissimo ricordo dei miei anni al liceo e, potendo, li rifarei. Entrare al liceo dopo gli anni delle medie è stata una boccata d’aria fresca. Mi sono catapultato in un mondo che poteva sviluppare le mie potenzialità e mettermi alla prova attraverso le differenti opportunità ricevute: corsi pomeridiani, approfondimenti, periodi all’estero, partecipazioni a concorsi, ecc.
Di ricordi belli ne ho tanti, fortunatamente, e ci tengo a tenerli stretti con me. Più che un ricordo in particolare, posso citare l’esperienza più significativa: il PON di tre settimane a Edimburgo per approfondire la lingua inglese e ottenere la certificazione linguistica Cambridge di livello B2. È stata un’esperienza unica: la prima volta che viaggiavo all’estero e la prima volta che convivevo con altri ragazzi. Il divertimento e l’aspetto educativo non sono mai mancati, e questa è la cosa più importante. Come tutti, porto nel cuore alcuni docenti in particolare che hanno accompagnato il mio cammino: il prof. Lovino, la prof.ssa Rizzo e la prof.ssa Dileo. Ognuno per aspetti differenti, ognuno per caratteristiche differenti, ognuno come riferimento differente. Sono ancora in contatto con loro e, nonostante io viva fuori e girovaghi per il mondo da anni ormai, trovo sempre il tempo — quando torno a casa — di passare a salutarli. Anche loro, in qualche modo, fanno parte del mio concetto di “casa”, quel luogo dove tornare. Non starò qui a riassumere nel dettaglio, ma penso basti definirmi fortunato ad averli incontrati lungo il mio percorso.
Ho sempre avuto le idee chiare fin da piccolo su quali fossero i miei pregi e i miei difetti, così come i miei obiettivi e il modo per raggiungerli. Alla fine, ho solo ascoltato molto me stesso e seguito ciò che mi faceva stare bene, che mi stimolava e su cui avevo delle inclinazioni. Andando avanti con le decisioni, poi, la vita ti mette davanti imprevisti o ostacoli: a quel punto sta a te capire come affrontarli e come sfruttare ogni occasione a tuo vantaggio. Siate resilienti e intelligenti.
Non ho molti consigli da dare al me del passato: ritengo di aver dato tutto quello che potevo al tempo, anche se si può sempre fare di meglio. Certo, non aver preso quel sette in filosofia al terzo anno mi avrebbe permesso di affiancare la lode al mio cento… però “a win is a win”. Comunque, se dovessi dare un consiglio ai futuri studenti, sarebbe quello di chiedere sempre aiuto quando le cose si fanno difficili da sopportare o da raggiungere da soli. È segno di grande maturità e amor proprio chiedere aiuto quando se ne sente la necessità. Nella maggior parte dei casi, se non nella totalità, i professori sono vostri amici… dovete solo sapervela giocare bene quando serve (“if u know u know”). Inoltre, ascoltate voi stessi. Iniziate a farlo da subito, perché più si diventa grandi, più è difficile farlo. La scuola non è tutto, ma è essenziale affinché diventiate persone acculturate che ragionano con la propria mente e, in tempi come questi, è più che necessario.
Il Liceo Artistico che ho frequentato mi ha aperto tante porte e offerto tante possibilità di sviluppo accademico e personale. Tante iniziative, tante belle persone, tanti bei contesti. Tanta vita, tanta gioia. Anche qui non sono in grado di scrivere nel dettaglio da cosa nasce cosa, ma so dirvi che, quando vi sembrerà inutile, scoprirete poi che non lo è e sarete grati per ciò che avete creato. Sono grato per tutto quello che ho ricevuto e spero che voi, finito il vostro percorso, possiate sentire la stessa gratitudine che provo io per la scuola che ho frequentato.
ANNA SACCINTO
Mi chiamo Anna Saccinto, ho frequentato l’indirizzo “Servizi Commerciali – grafica per la comunicazione visiva, pubblicitaria e web”, e mi sono diplomata nel 2019. Oggi ho 25 anni e sono laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche. Dopo il diploma ho deciso di buttarmi nel mondo del lavoro, ma non mi sentivo soddisfatta. Con tanto coraggio ho deciso di iscrivermi all’università e di iniziare un nuovo percorso, certa che mi avrebbe appassionata davvero. Non è stato sempre facile ma, passo dopo passo, sono riuscita a costruirmi un cammino che mi sta dando soddisfazioni e che sento davvero mio.
Il ricordo più bello, quando penso ai miei anni delle superiori, non è un singolo episodio, ma l’insieme dei momenti vissuti con i compagni: le risate tra una lezione e l’altra, la partecipazione al GEF, le ansie condivise prima di un’interrogazione. Momenti che, ancora oggi, ricordo con un sorriso e un po’ di nostalgia. Nel mio percorso scolastico ci sono stati molti insegnanti che hanno saputo credere in me, anche quando io stessa facevo fatica a farlo. Mi hanno insegnato che le difficoltà non devono fermarmi, ma spingermi a fare meglio. Nel corso degli anni scolastici, una serie di piccole tappe mi ha portata a capire quale percorso volessi intraprendere. Durante quegli anni ho iniziato a scoprire cosa mi appassionava davvero e cosa, invece, non faceva per me.
Se dovessi dare un consiglio alla me di quegli anni, sarebbe sicuramente: “Non avere fretta e non paragonarti agli altri. Ognuno ha i propri tempi e le proprie strade, ed è giusto così.” Agli studenti di oggi direi di vivere a pieno questo percorso, di imparare a conoscersi e di non lasciarsi mai frenare dalla paura di osare. La scuola è stata per me un punto di partenza importante: mi ha fornito non solo competenze tecniche, ma anche metodo, disciplina e capacità di lavorare in gruppo. Sono qualità che mi hanno aiutata sia nelle mie esperienze lavorative sia nella vita quotidiana.
SIMONE SARCINELLI
Ciao a tutti! Sono Simone Sarcinelli, ho frequentato l’indirizzo commerciale presso l’IISS De Nittis (l’ex Garrone), diplomandomi nell’anno scolastico 2017/2018. Dopo gli studi economici, ho intrapreso un percorso che mi ha portato a diventare manager di strutture alberghiere. Ho sempre desiderato coniugare il viaggio con il lavoro e, oggi, a 26 anni, posso dire di esserci riuscito. Attualmente lavoro in qualità di Coordinatore Commerciale per una multinazionale di prestigio, la Marriott International. È un momento di svolta, poiché a breve assumerò una posizione manageriale presso una compagnia con sedi in Italia e negli Stati Uniti, a New York. Il mio percorso è la dimostrazione che i sogni, se perseguiti con tenacia, possono diventare realtà. L’idea di fare il commerciale è nata dalla mia natura empatica: credo che il commerciale sia, innanzitutto, questo — aiutare il prossimo, consigliare cosa è meglio per il cliente e per l’occasione che sta vivendo. Che si tratti di un matrimonio, di un evento o di un team building, il mio obiettivo è far sì che diventi un giorno indimenticabile.
Di quegli anni, i ricordi più belli sono senza dubbio legati alle ore passate con i compagni, ai professori e alle gite, che sono state un vero spasso. Il ricordo che porto più nel cuore è però quello delle giornate trascorse con i compagni, che oggi sono i miei amici di vita (un saluto speciale ad Angelo!). Non dimenticherò mai gli anni passati nella mia 5ª A: eravamo davvero fortunati a essere lì! I docenti sono stati unici. Fortunatamente, abbiamo incontrato professori che ci hanno incoraggiato e spronato. Ricordo con affetto il prof. Solofrizzo, docente di Italiano e le indimenticabili professoresse Morelli e Dicuonzo. Loro tre, in particolare, mi hanno lasciato un segno indelebile. All’inizio non ero una cima, ma le prof.sse Morelli e Dicuonzo hanno notato in me una piccola grafite e, lavorandoci, l’hanno trasformata in un diamante grezzo. Mi hanno aiutato a dare il meglio e mi hanno spronato a fare di più, un consiglio che ho trasformato in orgoglio e successo. Non smetterò mai di ringraziarle!
L’esperienza scolastica al De Nittis mi ha aiutato a emergere più come cittadino che come semplice studente, permettendomi di coltivare soprattutto le mie soft skills. La scuola mi ha fornito le figure giuste — i professori — che mi hanno aiutato a intraprendere la retta via, fatta di sacrificio, studio e felicità.
Il consiglio che darei al mio “io” di allora, e a tutti i ragazzi che frequentano oggi il De Nittis, è di non mollare e sorridere. Anche se a volte si soffre, alla fine si sogna. Mi ricollego volentieri a una persona che mi ispira, Pietro Mennea, e al suo messaggio di tenacia.
Un saluto a tutti, un caro abbraccio al mio De Nittis e spero di venirvi a trovare presto!
Con affetto, Simone ☀️
ALESSANDRO QUARTO
Mi chiamo Alessandro Quarto e ho frequentato l’IISS “Nicola Garrone”, indirizzo Servizi Commerciali, diplomandomi nel 2019. Ho 24 anni e mi sono laureato nel 2022 in Lingue, Culture e Letterature Moderne. Successivamente ho conseguito la laurea magistrale in Lingue e Letterature Moderne nel 2025, svolgendo una tesi sperimentale in francese sul Maghreb presso l’Università di Bari. Durante la magistrale ho avuto l’opportunità di partecipare a due programmi Erasmus a Parigi. Oggi sono assistente di lingua italiana in Francia, a Digione.
Uno dei ricordi più belli di quegli anni è sicuramente l’approfondimento delle lingue straniere, che mi ha permesso di vivere diverse esperienze all’estero, non solo a livello di viaggi ma anche accademico e professionale. Una docente che mi ha lasciato un segno è stata la professoressa Nuovo, insegnante di francese, che ho avuto il piacere di conoscere durante le ore pomeridiane dedicate alla preparazione per il Delf. Ho capito di voler intraprendere questo percorso verso la fine delle superiori, quando mi sono reso conto di non voler abbandonare lo studio delle lingue. Per questo motivo mi sono iscritto alla Facoltà di Lingue Straniere a Bari.
Uno dei consigli che darei al mio “io” di allora è di lavorare su se stessi, comprendendo le proprie passioni e capacità per sfruttarle al meglio sia in ambito scolastico e accademico, sia in quello professionale. Suggerirei anche di fare esperienze all’estero, perché aprono la mente e arricchiscono in modo unico. Ai ragazzi di oggi direi di non lasciarsi scoraggiare se un percorso richiede tanto impegno: la costanza e la curiosità portano sempre lontano.
La mia esperienza a scuola è stata molto utile, direi fondamentale perché mi ha fatto diventare una persona più forte e determinata, capace di affrontare situazioni diverse sia a livello professionale che personale. Mi ha aiutato a essere una persona intraprendente e sempre alla ricerca di nuove esperienze.
CLAUDIA MENNUNI
Mi chiamo Claudia Mennuni e ho frequentato l’indirizzo Servizi Socio-Sanitari (oggi Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale), diplomandomi nel 2013. Oggi sono la Dott.ssa Claudia Mennuni, ho 31 anni e ricopro il ruolo di assistente sociale coordinatrice presso il centro diurno Casaluna, una struttura nata per offrire supporto alle persone con deficit neurologici dovuti a malattie neurodegenerative e, soprattutto, per sostenere le famiglie che ogni giorno affrontano queste sfide. Mi sono laureata in Scienze del Servizio Sociale nel 2019, mi sono abilitata alla professione di Assistente Sociale nel 2020 e nel 2022 ho conseguito un master in Epidemiologia e Telemedicina.
Non ho un solo ricordo che possa definire “il più bello”, perché gli anni trascorsi all’interno dell’ex IISS “N. Garrone” sono stati senza dubbio i più significativi della mia vita. Il mio percorso, iniziato con la timidezza che spesso mi frenava, mi ha profondamente cambiata: ha fatto emergere la parte migliore di me. La ragazza che un tempo a malapena alzava lo sguardo è diventata esuberante, determinata e appassionata di giustizia, un valore che, ancora oggi, guida la mia professione. Ho scelto di studiare legge perché, proprio in quegli anni, ho compreso quanto sia importante conoscere i propri diritti e doveri come cittadini: solo così possiamo essere persone libere. Diventare rappresentante di classe e poi di istituto è stato per me un grande motivo d’orgoglio e un’importante lezione di impegno e responsabilità.
Tra i docenti che hanno lasciato un segno indelebile nel mio percorso, ricordo con grande affetto la professoressa Ruscino. È grazie a lei se oggi sono la persona e la professionista che tutti conoscono. Mi ha insegnato ad essere curiosa, a inseguire i miei sogni, a rispettare il mondo in cui vivo e a impegnarmi per migliorarlo ogni giorno. Ma soprattutto, mi ha insegnato ad essere. La notte prima della sua scomparsa l’ho sognata: mi ha stretto in un forte abbraccio e poi se n’è andata. Il giorno seguente ho saputo che non c’era più, così come avrebbe voluto: in silenzio, senza far rumore. Le devo tutto ciò che ho conquistato e ciò che ancora conquisterò: tutta me stessa.
Ho capito di voler diventare assistente sociale durante la ex terza area professionalizzante. Ricordo una lezione tenuta da un’assistente sociale: rimasi affascinata da quella professione e le rivolsi tantissime domande su come fosse arrivata a svolgere quel lavoro e su cosa amasse di esso. La sua risposta è diventata anche la mia: “Il mio lavoro è complesso, impegnativo, poco remunerativo, ma è tutto ciò che mi rende migliore: combattere perché vengano riconosciuti i diritti fondamentali di chi vive situazioni di disagio, sostenere chi attraversa momenti di difficoltà e restituire dignità a chi l’ha perduta, diventando per loro un punto di riferimento nei momenti più duri.”
Il consiglio che darei alla me di allora è di non lasciarsi scoraggiare dalle ingiustizie e di non pensare solo ai voti, perché non siamo numeri. Là fuori c’è la vita reale, e chi semina, prima o poi, raccoglie. Ai ragazzi consiglio sempre di seguire i propri sogni: anche se a volte sembrano impossibili, sono proprio quelli che ci fanno sentire vivi. Noi siamo i frutti di ciò che abbiamo seminato ieri, quindi è importante scegliere con cura il terreno che decidiamo di coltivare e i semi che vogliamo piantare. Quei cinque anni di percorso mi hanno forgiata completamente, sia a livello personale che professionale. Dico sempre che sono nata lì, perché nei percorsi precedenti non mi riconosco più. Se oggi sono la persona che sono, lo devo a quelle quattro mura piene di amore, esperienze e lezioni, – non solo di matematica o di storia, ma di vita. Sarò per sempre grata.
MARIALISA LANOTTE
Mi chiamo Marialisa Lanotte e ho conseguito il diploma presso il Liceo Artistico nel 2016, all’interno della classe pilota. Otto anni fa ho scelto di frequentare una scuola di taglio e cucito con l’idea di indossare la mia arte. Successivamente ho sostenuto un colloquio per lavorare come addetta alle vendite in un brand di fama nazionale: ero inesperta e spaventata, ma grazie alle competenze sartoriali acquisite e alla mia naturale capacità comunicativa sono riuscita a trovare il mio spazio nel mondo della moda, in particolare nel settore sposa. Oggi sono responsabile del nuovo punto vendita nella mia città e porto con me un bagaglio ricco di esperienze, progetti e crescita personale. Mercoledì prossimo mi sposo con il mio fidanzato di sempre, dopo quindici anni di relazione. I miei anni di scuola sono stati speciali anche grazie a lui: ricordo ancora i fiori ricevuti in classe e la gioia condivisa con i miei compagni, un percorso che oggi continua con la stessa emozione di allora.
Conservo moltissimi ricordi meravigliosi legati agli anni del liceo, ma il mio preferito è sicuramente il tempo trascorso nel laboratorio di pittura e scultura. Era il momento in cui ci sentivamo davvero liberi: tra arte pratica, creatività condivisa e tante risate, quell’ambiente ci permetteva di esprimerci senza filtri e di creare legami autentici. Devo moltissimo ai miei professori, che porto ancora oggi nel cuore. Per un tratto del nostro cammino prendono quasi il posto dei genitori: con poche parole, ma scelte con cura, ci insegnano ciò che non si trova nei libri — la disciplina, il rispetto, l’amore per il prossimo. Per questo sento il bisogno di ringraziare profondamente la professoressa Fucci Rosalba, la professoressa Rizzo Federica, la professoressa Dileo Grazia, la professoressa Ricco Patrizia, il professor Rutigliano Francesco, la professoressa Dibenedetto Roberta e il professor Diviccaro Antonio. Ognuno di loro ha lasciato un segno prezioso nel mio percorso, contribuendo a formare la persona che sono oggi.
Sin da bambina sognavo di disegnare abiti da sposa. Non posso dire di aver realizzato appieno quel sogno, ma oggi sento di fare ciò che amo davvero: regalare emozioni alle donne, valorizzarle e accompagnarle in uno dei momenti più significativi della loro vita. Ho capito che questa era la mia strada durante la mia prima sfilata: l’adrenalina, l’energia che si respira in ogni dettaglio, la moda che si intreccia con l’emozione… e poi quel senso di appagamento a fine evento, quando sai di aver dato tutto e di aver contribuito a creare qualcosa di straordinario. È lì che ho compreso che questo mondo era fatto per me.
Alla me di allora direi di non sottovalutare mai ciò che si impara sui banchi di scuola: anche quello che sembra lontano dalla vita reale può tornare utile, soprattutto quando si ama l’arte. Chi vive di creatività ha bisogno di nutrirsi di conoscenza, tecnica e bellezza, e ciò che si impara grazie alla guida di un insegnante è un tesoro da custodire. Ai ragazzi di oggi voglio dire questo: non date nulla per scontato. Assorbite ogni insegnamento, ogni esperienza, ogni confronto. Siate curiosi, appassionati e grati per ciò che la scuola vi sta offrendo. Non sciupate le vostre capacità, credete in voi stessi ogni giorno. È da qui che comincia tutto. L’arte è ovunque, ogni giorno. Nella mia quotidianità lavorativa ho l’opportunità di metterla in pratica, dando libera espressione all’artista che porto dentro. Proprio in questo periodo ho partecipato a un nuovo training visual in azienda, un percorso formativo che mi ha riportato alla mente i corsi svolti durante gli anni di scuola. Nel mio tempo libero continuo a dipingere e disegnare: è il mio modo per liberare la mente e ritrovare felicità. L’arte resta il mio rifugio, la mia forma più autentica di espressione.
ALESSIA DILERNIA
Mi chiamo Alessia Dilernia, ho frequentato l’Istituto Professionale indirizzo Servizi Commerciali e ho conseguito il diploma nel 2020 presso l’ex I.I.S.S. “N. Garrone”. Dopo, ho deciso di proseguire gli studi e, nel luglio 2023, ho conseguito la Laurea triennale in “Scienze dell’economia e della gestione aziendale” presso l’Università degli Studi di Foggia. Successivamente, ho proseguito gli studi per altri due anni, conseguendo la laurea magistrale in “Strategic Management”, erogata interamente in inglese presso la LUISS Guido Carli di Roma, che ho completato nel luglio 2025 Attualmente ho 25 anni e lavoro in una società multinazionale di consulenza da circa un anno e mezzo, la Deloitte S.p.A. Mi occupo principalmente di Controls Assurance e di miglioramento dei processi interni aziendali. Amo il mio lavoro perché ogni giorno è diverso, si imparano sempre cose nuove e si cresce tantissimo anche come persone. Uno dei momenti più emozionanti del mio percorso universitario è stato superare l’ultimo esame, sia della triennale che della magistrale. Quella sensazione di leggerezza, di felicità, di “ce l’ho fatta” è qualcosa di impagabile che, penso, non dimenticherò mai.
Durante gli anni trascorsi a scuola ho avuto l’opportunità di incontrare docenti che mi hanno lasciato un segno profondo e che hanno contribuito in modo significativo alla mia crescita personale. In particolare, la prof.ssa Mariapia Doronzo è stata una figura fondamentale per me, accompagnandomi dal secondo al quinto anno come insegnante di Economia Aziendale. Il suo modo di insegnare mi ha fatto comprendere quanto fosse importante conoscere il mondo dell’economia per capire davvero la realtà che ci circonda e imparare a costruire, con le proprie competenze, qualcosa di concreto. Lei ha creduto sempre in me e nelle mie potenzialità. Ricordo ancora oggi come, durante le lezioni, ci facesse entrare nel mondo reale, facendoci comprendere quanto fosse importante saper applicare concretamente le conoscenze acquisite. Mi ha insegnato a non accontentarmi mai e a fare sempre del mio meglio. Grazie a lei abbiamo avuto l’opportunità di visitare diverse aziende locali, esplorando realtà aziendali e imparando direttamente sul campo come teoria e pratica possano intrecciarsi. È così che ho capito cosa volessi fare “da grande”. Un ringraziamento speciale va alla prof.ssa Nunzia Natalia Morelli, che mi ha fortemente voluta nel team di Hostess & Steward della scuola sin dal mio primo anno. Con lei ho appreso il valore dell’impegno, della presenza e della professionalità, sperimentando sul campo cosa significhi lavorare in situazioni reali, sviluppando così maggiore sicurezza. Proprio grazie a quell’esperienza ho compreso anche l’importanza del lavoro di squadra, del sostegno reciproco e della collaborazione finalizzata al raggiungimento di obiettivi comuni, qualità che oggi porto con me nel mio percorso personale e professionale.
Credo che, se potessi tornare indietro, direi alla Alessia di allora di avere più fiducia in se stessa e nei suoi sogni, di impegnarsi sempre e, soprattutto, di non avere paura di sbagliare, perché è proprio dagli errori che si impara di più. Vorrei trasmettere questo consiglio anche ai ragazzi che attualmente frequentano la mia scuola. Anche se a volte sembra tutto difficile, con costanza e determinazione si possono raggiungere grandi traguardi, perché ogni piccolo passo conta.
Penso che la mia esperienza in questa scuola sia stata la base di tutto. Mi ha fornito solide basi, ma anche valori fondamentali come il rispetto, la curiosità e la voglia di migliorarmi sempre. Guardando indietro, mi rendo conto che tutto è partito da quei banchi e, ogni volta che ci penso, sorrido, perché so che da lì è cominciato davvero il mio percorso: un viaggio che auguro a ciascun ragazzo di intraprendere.
GIUSEPPE ARCIERI
Mi chiamo Giuseppe Arcieri e mi sono diplomato nel 2016 all’Istituto Professionale, indirizzo Promozione commerciale e pubblicitaria – ex “Nicola Garrone” (lo chiamo ancora così per abitudine). Oggi ho 27 anni e sono iscritto al Biennio della Laurea Magistrale in Cinema e New Media Art presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, dove ho conseguito la Laurea Triennale.
Il mio ricordo più bello di quegli anni è legato ai miei compagni di classe: insieme abbiamo vissuto giornate indimenticabili, piene di divertimento, entusiasmo e creatività. Ricordo con grande piacere le lezioni di storia del professor Emanuele Junior Solofrizzo, che sapeva parlare con un linguaggio semplice e coinvolgente, andando spesso oltre l’argomento trattato e riuscendo a trasmetterci una vera passione per la materia. Un posto speciale nel mio cuore lo occupano anche le lezioni del professor Antonio Diviccaro, che ci ha fatto innamorare della storia dell’arte. E poi c’è la professoressa Monterisi: con lei le ore di educazione fisica volavano, perché riusciva a essere non solo un’insegnante, ma una vera maestra di vita.
Sin da bambino ho sempre avuto la passione per il cinema: mi nutrivo di pane e film! Amavo passare da un genere all’altro, dal western alla commedia italiana, fino ai grandi blockbuster americani. E poi mi divertivo a inventare storie con i miei pupazzi — forse è lì che è nato tutto.
Al mio “io” di allora direi di leggere e approfondire di più, e sicuramente di essere un po’ meno sventato. Ai ragazzi di oggi, invece, consiglio di essere curiosi, di andare oltre la superficie delle cose: in ogni dettaglio può nascondersi un tesoro. E aggiungo un invito: studiate i dipinti e i movimenti artistici, ricordando che la vostra scuola porta il nome di uno dei più grandi impressionisti del Novecento, Giuseppe De Nittis, e di sua moglie Léontine, una scrittrice straordinaria.
L’esperienza all’ex “Nicola Garrone” ha avuto un ruolo fondamentale nel mio percorso personale e professionale. Porto con me tanti insegnamenti e ricordi preziosi, come lo stage di fine anno presso l’agenzia di comunicazione ArtsMedia di Andria, che mi ha permesso di respirare da vicino il mondo della creatività.
LORENZA RAGNO
Mi chiamo Lorenza Ragno e mi sono diplomata al Liceo Artistico, indirizzo Grafica, presso l’IISS Léontine e Giuseppe De Nittis nel 2017. Ho 27 anni e, dopo il diploma, mi sono iscritta all’Accademia di Belle Arti di Foggia, indirizzo Pittura. Ben presto, però, ho capito che quella non era la mia strada. Nel 2019 mi sono quindi iscritta alla scuola di fotografia e cinematografia F. Project di Bari, dove ho potuto affinare le mie tecniche e imparare davvero quello che oggi è il mio mestiere: la fotografia. Questa passione mi accompagna da sempre, perché è la stessa di mio padre, ma è stato a scuola, con il prof. D’Andrea, che per me si è aperto un mondo: quello della fotografia di moda.
Oggi lavoro come fotografa freelance, specializzata in fotografia commerciale ed editoriale nei settori fashion, food e beauty. Nel tempo libero mi dedico anche alle illustrazioni digitali per progetti personali e, in mezzo a tutto questo marasma, mi occupo anche di graphic design. Ho fatto tanta strada e vissuto molte esperienze professionali, ma sono consapevole di essere ancora lontana da quella che considero una vera e propria realizzazione personale e professionale. Ci sto lavorando: un passo alla volta, con costanza e impegno, spero di raggiungere presto quel traguardo.
Non riesco a individuare un solo ricordo, perché ce ne sono davvero tanti. Credo di essere stata una di quelle persone che hanno vissuto la scuola a 360 gradi, soprattutto dal terzo al quinto anno, tra progetti pomeridiani, attività e iniziative varie. Ricordo con affetto i murales, i progetti di pittura, la giornata dell’arte, l’orientamento, la band della scuola… e potrei continuare. Sono frammenti preziosi che hanno costruito anni indimenticabili.
Più di un docente ha lasciato un segno in me, e voglio approfittare di questa occasione per ringraziarli. Mi piace pensare che quello che sto scrivendo sia come una pagina di ringraziamenti nella mia tesi di laurea. La prof.ssa Rizzo per me è stata una seconda mamma: quando la vedo o sento la sua voce, mi sento a casa. Lei è quella mamma che ti ama, ti avvolge e ti protegge, ma che sa anche essere dura e sincera. Più passano gli anni, più mi rivedo in lei. La prof.ssa Longo mi ha insegnato quella che oggi è la mia tecnica come digital artist. Mi ha tolto la paura di disegnare con la penna, quella paura di sbagliare, e mi ha insegnato ad accettare gli errori e trasformarli in un punto di forza. La prof.ssa Ricco mi ha dato tanto senza dire quasi nulla, anche solo mettendo un “-1” sulla tavola consegnata in ritardo. All’epoca non l’ho capita fino in fondo e mi dispiace, perché avrei voluto imparare molto di più da lei. La prof.ssa Grazia Dileo mi ha insegnato a stimolare la creatività anche dalle piccole cose. Il prof. Marano mi ha trasmesso la passione sfrenata per il proprio lavoro e mi ha insegnato che bisogna provarci sempre, senza preoccuparsi troppo dei risultati, perché l’impegno prima o poi ripaga. La prof.ssa Bonadies mi ha insegnato a lottare sempre con il sorriso. Ricordo perfettamente l’ultima cosa che mi disse qualche mese prima di andarsene: “Io ti vedo”. Una frase semplice, ma per me potentissima, perché nonostante gli anni passati lei ancora mi vedeva, come se silenziosamente seguisse i miei passi e mi dicesse: “Sei brava, continua così”. Il prof. D’Andrea mi ha aperto il mondo della fotografia documentaria e commerciale. È stata la vera scintilla che ha acceso in me questa passione, e sono convinta che avere un buon professore faccia davvero la differenza. Una parte dei miei successi, e gran parte di quello che oggi so fare, la devo a lui. I professori Picchierri e Carelli mi hanno insegnato ad amare la filosofia in modi diversi, ad aprire la mente e ad avere sempre fame di conoscenza: lui con fierezza e determinazione, lei con dolcezza e sensibilità. Ultimo, ma non per importanza, il prof. Lovino, che mi ha insegnato a “fare schifo con stile”, a prendere la vita con un abbondante pizzico d’ironia e a capire che un professore e un alunno possono essere davvero amici, pur mantenendo quel sottile velo di rispetto che separa i ruoli. Il pensiero che mi scrisse il giorno del mio esame orale è ancora appeso nella mia stanza e nel mio cuore. Grazie a tutti voi.
Ho capito di voler intraprendere questo percorso il giorno in cui sono entrata nello studio del prof. D’Andrea. Dovevamo realizzare degli scatti fashion per dei foulard dipinti a mano da studentesse della nostra scuola. Ricordo che mi mise in mano la sua macchina fotografica: era pesantissima, proprio come lo è la mia oggi. Nel momento stesso in cui ho guardato nel mirino, ho sentito che quella sarebbe stata la mia strada. Da lì è nata la mia passione per la fotografia, che si è intrecciata naturalmente con la grafica e l’illustrazione.
Il consiglio che darei alla Lorenza di allora, e a chi oggi frequenta questa scuola, è di essere affamati di conoscenza e di non accontentarsi mai. Credete in voi stessi e in ciò che fate. Non siate superficiali: andate a fondo, indagate la vostra interiorità attraverso l’arte. Create, sperimentate, sbagliate e ricominciate. Non abbiate paura. Sentitevi vivi e liberi, perché l’arte riempie e dà senso. Questi anni sono fondamentali: costruiscono le basi di ciò che sarete, sia che decidiate di diventare artisti, designer, architetti, insegnanti o altro. Non sprecate questa opportunità e vivetela con rispetto e gratitudine.
L’esperienza nella mia scuola ha influito profondamente sia sul piano personale che su quello professionale. Sono stati anni in cui ho ricevuto insegnamenti preziosi e in cui ho scoperto la mia vocazione per la fotografia. È stato lì che ho incontrato docenti capaci di vedere in me potenzialità che ancora non conoscevo e che mi hanno guidata con passione e dedizione. Ed è stato lì che ho avuto la mia prima esperienza concreta con la fotografia: l’inizio di un percorso che oggi rappresenta la mia vita.
ILARIA CAPOGNA
Mi chiamo Ilaria Capogna. Ho frequentato l’indirizzo Servizi Socio – Sanitari, oggi sostituito dall’indirizzo Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale, diplomandomi nel 2013. Oggi ho 31 anni, sono laureata in Scienze Politiche del Servizio Sociale presso l’Università degli Studi di Bari e lavoro come assistente sociale in una cooperativa che si occupa di salute mentale.
Non ho un solo ricordo bello di quegli anni, per me la scuola è stata spensieratezza, amicizie, definizione e scoperta della mia persona. Ho imparato tantissimo in quel periodo. Ci sono stati insegnanti che sono stati per me delle vere guide di vita. La professoressa Cristallo e la professoressa Ruscino mi sono rimaste particolarmente nel cuore: oltre alle materie, insegnavano la VITA. Mi hanno insegnato a non arrendermi e sono sempre state presenti, anche quando i piccoli problemi adolescenziali sembravano ostacoli insormontabili. In realtà, sin da piccola ho sempre desiderato svolgere un lavoro che avesse come obiettivo quello di aiutare le persone. Sicuramente la mia scelta è stata rafforzata dai libri di scuola: psicologia, diritto dei servizi sociali e tutte le materie inerenti a questo percorso lavorativo non hanno fatto altro che alimentare la mia voglia di diventare ciò che sono oggi.
Alla “me” di allora direi: “Non accontentarti, rischia, buttati in cose nuove se ti fanno stare bene, anche se c’è il rischio che finiscano”. Ho passato troppi anni ad avere paura di uscire dalla mia comfort zone, paura di affrontare gli esami se non mi sentivo preparata al 100%, paura di cambiare lavoro o amicizie. Quindi, ai ragazzi che oggi leggono, voglio dire: so che molte cose vi sembrano difficili, paurose o impossibili da superare, ma un giorno vi guarderete indietro e capirete che erano solo ostacoli momentanei. Se avete sogni, ambizioni o idee, prendetevi sul serio e impegnatevi.
LAVORA OGGI PER IL TE DI DOMANI ❤️
ANNALISA FILANNINO
Mi chiamo Annalisa Filannino, ho frequentato l’indirizzo Servizi Socio-Sanitari (oggi Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale), conseguendo il diploma nel 2013. Oggi sono un’operatrice socio-sanitaria, ho 31 anni e lavoro in una struttura per anziani. È difficile raccontare il ricordo più bello, perché ogni giorno è stato un mix di emozioni: ansie, paure, sfide, ma anche spensieratezza, risate e una grande crescita personale.
Due docenti mi hanno lasciato un segno profondo: la professoressa Ruscino e la professoressa Cristallo. Due donne meravigliose, veri punti di riferimento per me, mi hanno dato ciò che altri non sono riusciti a trasmettermi. La professoressa Cristallo, con le sue urla indimenticabili e la sua dolcezza, mi ha insegnato ad avere un grande cuore e ad aiutare sempre chi ne ha più bisogno. La professoressa Ruscino, con i suoi modi buffi e scherzosi, mi ha insegnato a credere in me stessa, a non arrendermi mai e a lottare per ciò che desidero.
Ho capito da piccola chi volevo diventare, in realtà, avendo in famiglia mia cugina con la sindrome di Down, ho sempre avuto una sensibilità diversa rispetto agli altri. Sento di poter aiutare chi ne ha bisogno, e farlo mi dà una soddisfazione enorme.
Al mio “io” di allora consiglierei di pensare di più al futuro: tornassi indietro, avrei sicuramente intrapreso l’università. Ai ragazzi di oggi consiglio di viversi questi anni al 100%, perché una volta finiti, credetemi, vi mancheranno tantissimo. Lasciate perdere i social, le apparenze, e concentratevi sulla vita reale e su voi stessi. Ponetevi un obiettivo e raggiungetelo!
Questa scuola mi ha dato un lavoro — cosa chiedere di più? Mi ha cambiata: sono cresciuta e sono fiera di ciò che sono. Forse troppo buona, è vero, ma con un grande cuore.
DEBORA DELVECCHIO
Mi chiamo Debora Delvecchio e ho frequentato l’indirizzo tecnico dei servizi sociali, conseguendo il diploma nel 2013. Oggi ho 31 anni, lavoro come educatrice, sono laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione e mi sto specializzando nel sostegno nella scuola secondaria di secondo grado.
Il ricordo più bello che porto con me degli anni delle superiori è il clima sereno che si respirava: mi sentivo parte integrante di un gruppo e i professori ci sostenevano costantemente, incoraggiandoci a seguire i nostri sogni e a credere nelle nostre potenzialità. Molti docenti mi hanno lasciato un segno, ma una frase in particolare è rimasta con me e ancora oggi, mentre sto per diventare loro collega, continua a guidarmi: “Credi in te stessa: se lo desideri davvero e lo vuoi con forza, puoi farcela.” Per dodici anni ho lavorato negli asili nido, un ambiente che amavo e che consideravo “il mio mondo”. Poi la vita mi ha portato a incontrare un bambino con la sindrome di West: quell’esperienza mi ha aperto nuovi orizzonti. Ho deciso di riprendere gli studi, laurearmi e continuare a specializzarmi. Ho scoperto quanto mi appassioni affiancare i ragazzi con bisogni educativi speciali, tanto che da tre anni lavoro in un centro dedicato a bambini con BES e DSA. A breve conseguirò la specializzazione per il sostegno e diventerò insegnante.
Alla me del passato – e ai ragazzi di oggi – mi piace citare una frase tratta dal film “Alla ricerca della felicità”, che è diventata il mio motto di vita: “Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa, neanche a me, ok? Se hai un sogno, devi proteggerlo. Quando gli altri non sanno fare qualcosa, dicono a te che non la sai fare. Se hai un sogno, vai e inseguilo. Punto.”
L’esperienza scolastica mi ha aiutata molto: grazie all’alternanza scuola-lavoro ho capito realmente quale fosse la mia strada. Ed è proprio da lì che è iniziato il cammino che oggi mi ha portata a crescere, cambiare e trovare la mia vera vocazione: essere accanto a chi ha più bisogno.
LUCIA LAPORTA
Mi chiamo Lucia Laporta, ho frequentato l’indirizzo socio-sanitario e mi sono diplomata nell’anno accademico 2020/2021. Il 5 novembre 2024 mi sono laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione presso l’Università di Foggia, con lode. Ho 22 anni e oggi mi considero una ragazza molto più sicura delle proprie capacità, con una grande voglia di crescere e di realizzarsi sempre di più. Ho avuto la possibilità di lavorare come educatrice, seguendo due ragazzi di quinta superiore e un ragazzo di terza superiore. È stata un’esperienza bellissima, che rifarei senza esitazione: ho preso a cuore le loro situazioni e le loro esigenze, riuscendo a lavorare con esiti positivi. L’affetto che mi hanno dimostrato mi ha fatto comprendere quanto io possa dare, non solo dal punto di vista didattico, ma anche e soprattutto umano.
Il ricordo più bello dei miei anni scolastici è legato al percorso di crescita personale che ho vissuto tra i banchi di scuola. Lo ricordo come un viaggio fatto di insicurezze, sorrisi, momenti di fatica e di soddisfazione. Rivedo le chiacchierate nei corridoi, le risate durante la ricreazione, le emozioni prima di un’interrogazione o di un compito importante. La scuola è quel luogo speciale che ci fa sentire al sicuro, ci protegge dalle difficoltà del mondo esterno e ci regala il privilegio di restare un po’ bambini. Forse per questo, dopo il diploma, nasce spesso il desiderio di ritornarci.
Ci sono stati docenti che mi hanno lasciato un segno profondo. Tutti i professori che mi hanno accompagnata dal primo al quinto anno sono stati validissimi, ma in particolare il professor Emanuele Solofrizzo ha avuto un ruolo determinante. Mi ha incoraggiata a credere in me stessa in un periodo in cui ero solo una sedicenne, piena di paure e insicurezze. Mi ha insegnato a non darmi mai per scontata e a impegnarmi per dare sempre il meglio. Grazie anche al suo supporto mi sono diplomata con 100/100. Lui ha visto in me un potenziale che io stessa non riuscivo a riconoscere e mi ha spronata a tirarlo fuori. Alla fine del quinto anno mi disse una frase che porto ancora nel cuore: “Fatti valere.” È quello che sto cercando di fare ogni giorno. Ho capito che tutti hanno un potenziale nascosto, anche chi ottiene brutti voti: forse non ha ancora imparato a credere in sé stesso e ha bisogno di qualcuno che lo stimoli. Per questo mi sento fortunata ad aver incontrato un professore come lui, perché senza i suoi insegnamenti probabilmente oggi non sarei la persona che sono.
Ho scelto l’indirizzo socio-sanitario perché sapevo che mi avrebbe dato la possibilità di lavorare a contatto con le persone e di aiutare chi si trova in difficoltà. Ho sempre avuto una predisposizione all’ascolto e all’empatia, e questo indirizzo mi è sembrato il più adatto per coltivare queste qualità e trasformarle in una risorsa per il mio futuro.
Se potessi dare un consiglio al mio “io” di allora, direi di godersi il percorso scolastico fino in fondo. Se avessi creduto di più in me stessa, avrei vissuto quei momenti con maggiore leggerezza e felicità. A chi oggi frequenta la mia vecchia scuola consiglio di sorridere, di condividere esperienze e di trasformare ogni giorno in un percorso di crescita. Direi loro di non vivere le interrogazioni come un momento di paura, ma come un’occasione per esprimersi, farsi ascoltare e dimostrare ciò che hanno imparato.
La mia esperienza nella scuola ha influito profondamente e in modo positivo sul mio percorso personale e professionale. Aver avuto professori appassionati e preparati mi ha stimolata a coltivare la mia cultura e i miei studi. Li ho presi come punti di riferimento e, grazie a loro, ho scelto di continuare il mio percorso universitario. Attualmente sono iscritta al corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università di Campobasso. Il mio sogno è insegnare nella scuola primaria, perché i bambini rappresentano il futuro ed è fondamentale dare loro basi solide, sostegno e valori autentici.
Vorrei insegnare anche nella scuola secondaria di secondo grado e, in futuro, all’università. Ho capito di voler insegnare quando un professore ha cambiato la mia vita: da quel momento ho compreso quanto i ragazzi della mia età fossero fragili, quanto avessero bisogno di essere ascoltati e compresi. Vorrei insegnare per restituire ciò che io stessa ho ricevuto: stimolare i ragazzi e far capire loro che un brutto voto non è la fine del mondo, che si può sempre ripartire da zero. Un voto non definisce mai il valore di una persona.
La scuola deve essere un rifugio, un luogo in cui esprimersi, crescere e imparare. Il mio obiettivo è accompagnare i ragazzi in tutte le fasi della loro crescita, non solo insegnando nozioni, ma soprattutto trasmettendo fiducia, motivazione e amore per lo studio. Vorrei che ogni studente sentisse di avere dentro di sé un potenziale unico e irripetibile, che capisse che nessun voto, nessuna difficoltà, nessun ostacolo può davvero definirlo. Spero che chi oggi frequenta la mia vecchia scuola impari a credere in sé stesso, a non smettere mai di sognare e a lottare con coraggio per i propri obiettivi.
Perché la scuola non è soltanto il luogo delle interrogazioni e dei compiti: è il posto in cui si impara a crescere, a conoscersi, a credere nel futuro. È il rifugio che ti prepara ad affrontare il mondo e il luogo dove si ricevono lezioni di vita.
AZZURRA PERSIA
Ciao, sono Azzurra Persia. Ho frequentato l’indirizzo Socio-Sanitario e mi sono diplomata nel 2012. Adesso ho 32 anni, sono realizzata professionalmente anche se faccio un lavoro “lontano” da quello che è stato il mio percorso di studi. Sono Capotreno per Trenitalia: ho vinto il concorso cinque anni fa. Ho un bellissimo ricordo dei miei anni passati a scuola, sono stati anni felici. Ho avuto la fortuna di imparare molto grazie alle tante esperienze diverse che ho potuto intraprendere. Sicuramente ciò che mi porto nel cuore sono i rapporti che si sono creati, i legami e gli insegnamenti personali. Ricordo le risate, le numerose trasferte durante “l’orientamento scolastico”, i tanti servizi hostess e le ore trascorse insieme. Ho tantissimi flash di piccoli momenti che porto sempre nel cuore.
Ho avuto la fortuna di conoscere colei che per me è diventata un esempio da seguire. In piena consapevolezza di una giovane donna posso affermare di essere stata fortunata nel trovare chi ha creduto in me in quegli anni così delicati, spronandomi a fare del mio meglio e insegnandomi a stare al mondo nel modo più giusto. La prof.ssa Anna Ruscino è stata il mio faro nel mondo degli adulti: dai banchi di scuola, al percorso post-diploma, fino alla vita vera. È stata un punto di riferimento sempre presente. C’è chi insegna una materia e chi ti insegna a essere un buon essere umano nella folla. Mi ha insegnato l’amore per la lingua, il senso del dovere, la libertà, a credere in me stessa, ad amare le persone che ci sono accanto, a capire quali sono le priorità nella vita e a lasciare andare ciò che non serve. Mi ha insegnato tanto, anche inconsapevolmente. Spero che almeno qualcuno di voi abbia la mia fortuna.
Il lavoro che svolgo è arrivato casualmente, con un concorso pubblico a cui ho partecipato grazie a requisiti specifici, tra cui la tipologia di scuola, il voto del diploma e le conoscenze linguistiche. La consapevolezza di ciò che ora faccio è venuta solo con il tempo, in itinere. È un lavoro di grande responsabilità: ci sono tanti aspetti che dall’esterno non si conoscono o comprendono. È molto dinamico, sono in costante contatto con la gente — e questo ha i suoi pro e contro — e quando inizio il servizio sono il “capo” di me stessa. Il mio lavoro mi piace, mi soddisfa e mi sprona, ma non c’è stata una ricerca consapevole a seguito di un desiderio. Nel frattempo, però, ho continuato gli studi, perché la mia azienda dà la possibilità di crescita professionale, ed è questo l’obiettivo che mi pongo ora. Pertanto, non ho mai scelto questo percorso, ma nella vita tutto si stravolge, cambia e si evolve.
Il consiglio che darei al mio “io” di allora, e a tutti i ragazzi, è quello di godersi tutto a pieno, di lasciarsi andare anche sbagliando e di non aver paura. Di studiare e cogliere ogni occasione che la scuola propone, perché sono le esperienze che formano maggiormente. Nella nostra società i voti sono importanti, anche per il futuro lavorativo, ma ricordate: noi non siamo un voto! Sicuramente ho appreso competenze personali importanti che oggi mi servono molto anche nel mondo del lavoro: l’importanza del rispetto delle regole, dei ruoli, dell’altro. Grazie ai corsi extracurricolari ho ottenuto certificazioni linguistiche che mi hanno facilitato sia nel percorso universitario che in quello lavorativo. Ho appreso nozioni e sviluppato competenze che mi hanno resa una professionista seria e una persona migliore rispetto all’adolescente che ero.
GIORGIA BUCCARDO
Mi chiamo Giorgia Buccardo e ho studiato presso l’IISS Léontine e Giuseppe De Nittis, frequentando il Liceo Artistico indirizzo Grafica. Mi sono diplomata nel 2020. Oggi sono una studentessa di Fashion and Fiber Art presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia; frequento il secondo anno di magistrale e sono prossima alla seconda laurea, prevista per marzo 2026. Ho 23 anni e spero di poter continuare a inseguire il sogno di lavorare nel campo della moda.
Gli anni trascorsi presso l’IISS Léontine e Giuseppe De Nittis rimarranno sempre impressi nel mio cuore: sono stati gli anni più belli, perché ho scoperto le mie più grandi passioni – tra le quali quella per il disegno – e, soprattutto, ho creato legami che continuano nel tempo. Ho molti bei ricordi di quel periodo, avendo partecipato a diversi eventi anche al di fuori della scuola, che mi hanno lasciato esperienze preziose. Probabilmente, la più bella di tutte rimane una delle notti bianche organizzate dal nostro istituto: in quell’occasione, tutti noi ragazzi del Liceo Artistico abbiamo dato vita a una sfilata in cui ciascuno indossava qualcosa creato da sé, sfilando lungo un piccolo corridoio del terzo piano, quello dedicato al liceo artistico. Ricordo perfettamente l’emozione di quando indossai la maglietta realizzata da me e sfilai lungo quel corridoio: i miei compagni e amici non smettevano di guardarmi e applaudire! Forse è stato proprio il legame tra le mie due più grandi passioni, la moda e l’arte, a rendere quella serata così magica.
Sono certa che più di un docente, in quei cinque anni, mi abbia lasciato qualcosa di importante. Ricordo in particolar modo la mia professoressa di inglese, la professoressa Rizzo, che è riuscita a farmi amare la sua materia, quando invece pensavo di odiarla. Il suo costante incoraggiamento a dare il meglio di me, sostenendomi sin dall’inizio, mi ha coinvolta così tanto che ho perfino partecipato al corso per ottenere la certificazione B1! Un’altra docente che mi ha dato tanto, anche se mi ha seguita solo per gli ultimi tre anni, è stata la professoressa Dileo, insegnante di grafica. Anche lei mi è stata di grande supporto, dandomi la possibilità di scoprire e sperimentare, rafforzando ulteriormente la passione per il disegno. Sono state proprio queste due professoresse, del resto, a complimentarsi con me dopo l’esame di maturità e a farmi il loro “in bocca al lupo” per il futuro. A loro sarò sempre grata. Sin da piccola, il disegno è sempre stato una mia passione: trascorrevo ore a disegnare e colorare. Sono sempre stata molto determinata e, a dire il vero, l’unico Open Day a cui ho partecipato durante gli anni delle scuole medie è stato proprio quello del Liceo Artistico! Ricordo ancora l’emozione di quando entrai nei laboratori e vidi tutte le opere dei ragazzi del liceo: capii subito che quella era la mia strada, era esattamente ciò che volevo fare anch’io.
Il consiglio che darei alla me stessa di allora è di seguire sempre i propri sogni e di non mollare mai, perché niente è impossibile e ogni sacrificio, con il tempo, viene ripagato. Darei lo stesso consiglio anche ai ragazzi che attualmente frequentano questo istituto: seguite i vostri sogni e soprattutto studiate, perché è importante; studiate perché un domani potrete fare la differenza; studiate perché il futuro appartiene a voi. Non fatevi mai influenzare da niente e da nessuno, ma seguite sempre le vostre passioni e portatele avanti senza paure, perché un giorno sarete fieri di ciò che avete costruito in questi anni, gli anni più belli della vostra vita.
Gli anni trascorsi in questo istituto sono stati fondamentali per me, sia dal punto di vista personale che professionale. Ho avuto la possibilità di partecipare a molti eventi e, soprattutto, ho avuto l’onore di far parte del gruppo Hostess e Steward dell’istituto. Questo gruppo rimarrà per sempre nel mio cuore, perché non solo mi ha aiutato a crescere in tanti ambiti, ma mi ha dato anche la possibilità di conoscere nuove persone e creare amicizie che durano ancora oggi. Con ognuno di loro ho condiviso momenti fantastici: ricordo in particolare quando, durante i servizi svolti insieme, trovavamo sempre un piccolo momento di svago, pochi minuti ma sufficienti per riunirci e ridere. Dal punto di vista professionale, questa esperienza mi ha trasmesso valori come la disciplina, il rispetto e la complicità, dandomi inoltre la possibilità di conoscere luoghi e persone importanti. Posso dire che, grazie a tutte queste esperienze, sono diventata la persona che sono oggi.
ANNA SACCINTO
Mi chiamo Anna Saccinto, ho frequentato l’indirizzo “Servizi Commerciali – grafica per la comunicazione visiva, pubblicitaria e web”, e mi sono diplomata nel 2019. Oggi ho 25 anni e sono laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche. Dopo il diploma ho deciso di buttarmi nel mondo del lavoro, ma non mi sentivo soddisfatta. Con tanto coraggio ho deciso di iscrivermi all’università e di iniziare un nuovo percorso, certa che mi avrebbe appassionata davvero. Non è stato sempre facile ma, passo dopo passo, sono riuscita a costruirmi un cammino che mi sta dando soddisfazioni e che sento davvero mio.
Il ricordo più bello, quando penso ai miei anni delle superiori, non è un singolo episodio, ma l’insieme dei momenti vissuti con i compagni: le risate tra una lezione e l’altra, la partecipazione al GEF, le ansie condivise prima di un’interrogazione. Momenti che, ancora oggi, ricordo con un sorriso e un po’ di nostalgia. Nel mio percorso scolastico ci sono stati molti insegnanti che hanno saputo credere in me, anche quando io stessa facevo fatica a farlo. Mi hanno insegnato che le difficoltà non devono fermarmi, ma spingermi a fare meglio. Nel corso degli anni scolastici, una serie di piccole tappe mi ha portata a capire quale percorso volessi intraprendere. Durante quegli anni ho iniziato a scoprire cosa mi appassionava davvero e cosa, invece, non faceva per me.
Se dovessi dare un consiglio alla me di quegli anni, sarebbe sicuramente: “Non avere fretta e non paragonarti agli altri. Ognuno ha i propri tempi e le proprie strade, ed è giusto così.” Agli studenti di oggi direi di vivere a pieno questo percorso, di imparare a conoscersi e di non lasciarsi mai frenare dalla paura di osare. La scuola è stata per me un punto di partenza importante: mi ha fornito non solo competenze tecniche, ma anche metodo, disciplina e capacità di lavorare in gruppo. Sono qualità che mi hanno aiutata sia nelle mie esperienze lavorative sia nella vita quotidiana.
DANIELE LIONETTI
Ciao, mi chiamo Daniele Lionetti. Sono passati circa cinque anni da quando mi sono diplomato (a.a. 2020-21), anche se sembra una vita fa. Ho frequentato il Liceo Artistico e, al triennio, ho deciso di proseguire i miei studi nell’indirizzo Grafica. Ad oggi sono laureato con lode in Design per la Moda all’Università L. Vanvitelli di Napoli e sto frequentando un master di primo livello alla Sapienza di Roma in Management, con l’obiettivo di diventare un Project Manager in ambito artistico e progettuale.
Ho un bellissimo ricordo dei miei anni al liceo e, potendo, li rifarei. Entrare al liceo dopo gli anni delle medie è stata una boccata d’aria fresca. Mi sono catapultato in un mondo che poteva sviluppare le mie potenzialità e mettermi alla prova attraverso le differenti opportunità ricevute: corsi pomeridiani, approfondimenti, periodi all’estero, partecipazioni a concorsi, ecc.
Di ricordi belli ne ho tanti, fortunatamente, e ci tengo a tenerli stretti con me. Più che un ricordo in particolare, posso citare l’esperienza più significativa: il PON di tre settimane a Edimburgo per approfondire la lingua inglese e ottenere la certificazione linguistica Cambridge di livello B2. È stata un’esperienza unica: la prima volta che viaggiavo all’estero e la prima volta che convivevo con altri ragazzi. Il divertimento e l’aspetto educativo non sono mai mancati, e questa è la cosa più importante. Come tutti, porto nel cuore alcuni docenti in particolare che hanno accompagnato il mio cammino: il prof. Lovino, la prof.ssa Rizzo e la prof.ssa Dileo. Ognuno per aspetti differenti, ognuno per caratteristiche differenti, ognuno come riferimento differente. Sono ancora in contatto con loro e, nonostante io viva fuori e girovaghi per il mondo da anni ormai, trovo sempre il tempo — quando torno a casa — di passare a salutarli. Anche loro, in qualche modo, fanno parte del mio concetto di “casa”, quel luogo dove tornare. Non starò qui a riassumere nel dettaglio, ma penso basti definirmi fortunato ad averli incontrati lungo il mio percorso.
Ho sempre avuto le idee chiare fin da piccolo su quali fossero i miei pregi e i miei difetti, così come i miei obiettivi e il modo per raggiungerli. Alla fine, ho solo ascoltato molto me stesso e seguito ciò che mi faceva stare bene, che mi stimolava e su cui avevo delle inclinazioni. Andando avanti con le decisioni, poi, la vita ti mette davanti imprevisti o ostacoli: a quel punto sta a te capire come affrontarli e come sfruttare ogni occasione a tuo vantaggio. Siate resilienti e intelligenti.
Non ho molti consigli da dare al me del passato: ritengo di aver dato tutto quello che potevo al tempo, anche se si può sempre fare di meglio. Certo, non aver preso quel sette in filosofia al terzo anno mi avrebbe permesso di affiancare la lode al mio cento… però “a win is a win”. Comunque, se dovessi dare un consiglio ai futuri studenti, sarebbe quello di chiedere sempre aiuto quando le cose si fanno difficili da sopportare o da raggiungere da soli. È segno di grande maturità e amor proprio chiedere aiuto quando se ne sente la necessità. Nella maggior parte dei casi, se non nella totalità, i professori sono vostri amici… dovete solo sapervela giocare bene quando serve (“if u know u know”). Inoltre, ascoltate voi stessi. Iniziate a farlo da subito, perché più si diventa grandi, più è difficile farlo. La scuola non è tutto, ma è essenziale affinché diventiate persone acculturate che ragionano con la propria mente e, in tempi come questi, è più che necessario.
Il Liceo Artistico che ho frequentato mi ha aperto tante porte e offerto tante possibilità di sviluppo accademico e personale. Tante iniziative, tante belle persone, tanti bei contesti. Tanta vita, tanta gioia. Anche qui non sono in grado di scrivere nel dettaglio da cosa nasce cosa, ma so dirvi che, quando vi sembrerà inutile, scoprirete poi che non lo è e sarete grati per ciò che avete creato. Sono grato per tutto quello che ho ricevuto e spero che voi, finito il vostro percorso, possiate sentire la stessa gratitudine che provo io per la scuola che ho frequentato.
ALESSANDRO QUARTO
Mi chiamo Alessandro Quarto e ho frequentato l’IISS “Nicola Garrone”, indirizzo Servizi Commerciali, diplomandomi nel 2019. Ho 24 anni e mi sono laureato nel 2022 in Lingue, Culture e Letterature Moderne. Successivamente ho conseguito la laurea magistrale in Lingue e Letterature Moderne nel 2025, svolgendo una tesi sperimentale in francese sul Maghreb presso l’Università di Bari. Durante la magistrale ho avuto l’opportunità di partecipare a due programmi Erasmus a Parigi. Oggi sono assistente di lingua italiana in Francia, a Digione.
Uno dei ricordi più belli di quegli anni è sicuramente l’approfondimento delle lingue straniere, che mi ha permesso di vivere diverse esperienze all’estero, non solo a livello di viaggi ma anche accademico e professionale. Una docente che mi ha lasciato un segno è stata la professoressa Nuovo, insegnante di francese, che ho avuto il piacere di conoscere durante le ore pomeridiane dedicate alla preparazione per il Delf. Ho capito di voler intraprendere questo percorso verso la fine delle superiori, quando mi sono reso conto di non voler abbandonare lo studio delle lingue. Per questo motivo mi sono iscritto alla Facoltà di Lingue Straniere a Bari.
Uno dei consigli che darei al mio “io” di allora è di lavorare su se stessi, comprendendo le proprie passioni e capacità per sfruttarle al meglio sia in ambito scolastico e accademico, sia in quello professionale. Suggerirei anche di fare esperienze all’estero, perché aprono la mente e arricchiscono in modo unico. Ai ragazzi di oggi direi di non lasciarsi scoraggiare se un percorso richiede tanto impegno: la costanza e la curiosità portano sempre lontano.
La mia esperienza a scuola è stata molto utile, direi fondamentale perché mi ha fatto diventare una persona più forte e determinata, capace di affrontare situazioni diverse sia a livello professionale che personale. Mi ha aiutato a essere una persona intraprendente e sempre alla ricerca di nuove esperienze.
SIMONE SARCINELLI
Ciao a tutti! Sono Simone Sarcinelli, ho frequentato l’indirizzo commerciale presso l’IISS De Nittis (l’ex Garrone), diplomandomi nell’anno scolastico 2017/2018. Dopo gli studi economici, ho intrapreso un percorso che mi ha portato a diventare manager di strutture alberghiere. Ho sempre desiderato coniugare il viaggio con il lavoro e, oggi, a 26 anni, posso dire di esserci riuscito. Attualmente lavoro in qualità di Coordinatore Commerciale per una multinazionale di prestigio, la Marriott International. È un momento di svolta, poiché a breve assumerò una posizione manageriale presso una compagnia con sedi in Italia e negli Stati Uniti, a New York. Il mio percorso è la dimostrazione che i sogni, se perseguiti con tenacia, possono diventare realtà. L’idea di fare il commerciale è nata dalla mia natura empatica: credo che il commerciale sia, innanzitutto, questo — aiutare il prossimo, consigliare cosa è meglio per il cliente e per l’occasione che sta vivendo. Che si tratti di un matrimonio, di un evento o di un team building, il mio obiettivo è far sì che diventi un giorno indimenticabile.
Di quegli anni, i ricordi più belli sono senza dubbio legati alle ore passate con i compagni, ai professori e alle gite, che sono state un vero spasso. Il ricordo che porto più nel cuore è però quello delle giornate trascorse con i compagni, che oggi sono i miei amici di vita (un saluto speciale ad Angelo!). Non dimenticherò mai gli anni passati nella mia 5ª A: eravamo davvero fortunati a essere lì! I docenti sono stati unici. Fortunatamente, abbiamo incontrato professori che ci hanno incoraggiato e spronato. Ricordo con affetto il prof. Solofrizzo, docente di Italiano e le indimenticabili professoresse Morelli e Dicuonzo. Loro tre, in particolare, mi hanno lasciato un segno indelebile. All’inizio non ero una cima, ma le prof.sse Morelli e Dicuonzo hanno notato in me una piccola grafite e, lavorandoci, l’hanno trasformata in un diamante grezzo. Mi hanno aiutato a dare il meglio e mi hanno spronato a fare di più, un consiglio che ho trasformato in orgoglio e successo. Non smetterò mai di ringraziarle!
L’esperienza scolastica al De Nittis mi ha aiutato a emergere più come cittadino che come semplice studente, permettendomi di coltivare soprattutto le mie soft skills. La scuola mi ha fornito le figure giuste — i professori — che mi hanno aiutato a intraprendere la retta via, fatta di sacrificio, studio e felicità.
Il consiglio che darei al mio “io” di allora, e a tutti i ragazzi che frequentano oggi il De Nittis, è di non mollare e sorridere. Anche se a volte si soffre, alla fine si sogna. Mi ricollego volentieri a una persona che mi ispira, Pietro Mennea, e al suo messaggio di tenacia.
Un saluto a tutti, un caro abbraccio al mio De Nittis e spero di venirvi a trovare presto!
Con affetto, Simone ☀️
CLAUDIA MENNUNI
Mi chiamo Claudia Mennuni e ho frequentato l’indirizzo Servizi Socio-Sanitari (oggi Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale), diplomandomi nel 2013. Oggi sono la Dott.ssa Claudia Mennuni, ho 31 anni e ricopro il ruolo di assistente sociale coordinatrice presso il centro diurno Casaluna, una struttura nata per offrire supporto alle persone con deficit neurologici dovuti a malattie neurodegenerative e, soprattutto, per sostenere le famiglie che ogni giorno affrontano queste sfide. Mi sono laureata in Scienze del Servizio Sociale nel 2019, mi sono abilitata alla professione di Assistente Sociale nel 2020 e nel 2022 ho conseguito un master in Epidemiologia e Telemedicina.
Non ho un solo ricordo che possa definire “il più bello”, perché gli anni trascorsi all’interno dell’ex IISS “N. Garrone” sono stati senza dubbio i più significativi della mia vita. Il mio percorso, iniziato con la timidezza che spesso mi frenava, mi ha profondamente cambiata: ha fatto emergere la parte migliore di me. La ragazza che un tempo a malapena alzava lo sguardo è diventata esuberante, determinata e appassionata di giustizia, un valore che, ancora oggi, guida la mia professione. Ho scelto di studiare legge perché, proprio in quegli anni, ho compreso quanto sia importante conoscere i propri diritti e doveri come cittadini: solo così possiamo essere persone libere. Diventare rappresentante di classe e poi di istituto è stato per me un grande motivo d’orgoglio e un’importante lezione di impegno e responsabilità.
Tra i docenti che hanno lasciato un segno indelebile nel mio percorso, ricordo con grande affetto la professoressa Ruscino. È grazie a lei se oggi sono la persona e la professionista che tutti conoscono. Mi ha insegnato ad essere curiosa, a inseguire i miei sogni, a rispettare il mondo in cui vivo e a impegnarmi per migliorarlo ogni giorno. Ma soprattutto, mi ha insegnato ad essere. La notte prima della sua scomparsa l’ho sognata: mi ha stretto in un forte abbraccio e poi se n’è andata. Il giorno seguente ho saputo che non c’era più, così come avrebbe voluto: in silenzio, senza far rumore. Le devo tutto ciò che ho conquistato e ciò che ancora conquisterò: tutta me stessa.
Ho capito di voler diventare assistente sociale durante la ex terza area professionalizzante. Ricordo una lezione tenuta da un’assistente sociale: rimasi affascinata da quella professione e le rivolsi tantissime domande su come fosse arrivata a svolgere quel lavoro e su cosa amasse di esso. La sua risposta è diventata anche la mia: “Il mio lavoro è complesso, impegnativo, poco remunerativo, ma è tutto ciò che mi rende migliore: combattere perché vengano riconosciuti i diritti fondamentali di chi vive situazioni di disagio, sostenere chi attraversa momenti di difficoltà e restituire dignità a chi l’ha perduta, diventando per loro un punto di riferimento nei momenti più duri.”
Il consiglio che darei alla me di allora è di non lasciarsi scoraggiare dalle ingiustizie e di non pensare solo ai voti, perché non siamo numeri. Là fuori c’è la vita reale, e chi semina, prima o poi, raccoglie. Ai ragazzi consiglio sempre di seguire i propri sogni: anche se a volte sembrano impossibili, sono proprio quelli che ci fanno sentire vivi. Noi siamo i frutti di ciò che abbiamo seminato ieri, quindi è importante scegliere con cura il terreno che decidiamo di coltivare e i semi che vogliamo piantare. Quei cinque anni di percorso mi hanno forgiata completamente, sia a livello personale che professionale. Dico sempre che sono nata lì, perché nei percorsi precedenti non mi riconosco più. Se oggi sono la persona che sono, lo devo a quelle quattro mura piene di amore, esperienze e lezioni, – non solo di matematica o di storia, ma di vita. Sarò per sempre grata.
MARIALISA LANOTTE
Mi chiamo Marialisa Lanotte e ho conseguito il diploma presso il Liceo Artistico nel 2016, all’interno della classe pilota. Otto anni fa ho scelto di frequentare una scuola di taglio e cucito con l’idea di indossare la mia arte. Successivamente ho sostenuto un colloquio per lavorare come addetta alle vendite in un brand di fama nazionale: ero inesperta e spaventata, ma grazie alle competenze sartoriali acquisite e alla mia naturale capacità comunicativa sono riuscita a trovare il mio spazio nel mondo della moda, in particolare nel settore sposa. Oggi sono responsabile del nuovo punto vendita nella mia città e porto con me un bagaglio ricco di esperienze, progetti e crescita personale. Mercoledì prossimo mi sposo con il mio fidanzato di sempre, dopo quindici anni di relazione. I miei anni di scuola sono stati speciali anche grazie a lui: ricordo ancora i fiori ricevuti in classe e la gioia condivisa con i miei compagni, un percorso che oggi continua con la stessa emozione di allora.
Conservo moltissimi ricordi meravigliosi legati agli anni del liceo, ma il mio preferito è sicuramente il tempo trascorso nel laboratorio di pittura e scultura. Era il momento in cui ci sentivamo davvero liberi: tra arte pratica, creatività condivisa e tante risate, quell’ambiente ci permetteva di esprimerci senza filtri e di creare legami autentici. Devo moltissimo ai miei professori, che porto ancora oggi nel cuore. Per un tratto del nostro cammino prendono quasi il posto dei genitori: con poche parole, ma scelte con cura, ci insegnano ciò che non si trova nei libri — la disciplina, il rispetto, l’amore per il prossimo. Per questo sento il bisogno di ringraziare profondamente la professoressa Fucci Rosalba, la professoressa Rizzo Federica, la professoressa Dileo Grazia, la professoressa Ricco Patrizia, il professor Rutigliano Francesco, la professoressa Dibenedetto Roberta e il professor Diviccaro Antonio. Ognuno di loro ha lasciato un segno prezioso nel mio percorso, contribuendo a formare la persona che sono oggi.
Sin da bambina sognavo di disegnare abiti da sposa. Non posso dire di aver realizzato appieno quel sogno, ma oggi sento di fare ciò che amo davvero: regalare emozioni alle donne, valorizzarle e accompagnarle in uno dei momenti più significativi della loro vita. Ho capito che questa era la mia strada durante la mia prima sfilata: l’adrenalina, l’energia che si respira in ogni dettaglio, la moda che si intreccia con l’emozione… e poi quel senso di appagamento a fine evento, quando sai di aver dato tutto e di aver contribuito a creare qualcosa di straordinario. È lì che ho compreso che questo mondo era fatto per me.
Alla me di allora direi di non sottovalutare mai ciò che si impara sui banchi di scuola: anche quello che sembra lontano dalla vita reale può tornare utile, soprattutto quando si ama l’arte. Chi vive di creatività ha bisogno di nutrirsi di conoscenza, tecnica e bellezza, e ciò che si impara grazie alla guida di un insegnante è un tesoro da custodire. Ai ragazzi di oggi voglio dire questo: non date nulla per scontato. Assorbite ogni insegnamento, ogni esperienza, ogni confronto. Siate curiosi, appassionati e grati per ciò che la scuola vi sta offrendo. Non sciupate le vostre capacità, credete in voi stessi ogni giorno. È da qui che comincia tutto. L’arte è ovunque, ogni giorno. Nella mia quotidianità lavorativa ho l’opportunità di metterla in pratica, dando libera espressione all’artista che porto dentro. Proprio in questo periodo ho partecipato a un nuovo training visual in azienda, un percorso formativo che mi ha riportato alla mente i corsi svolti durante gli anni di scuola. Nel mio tempo libero continuo a dipingere e disegnare: è il mio modo per liberare la mente e ritrovare felicità. L’arte resta il mio rifugio, la mia forma più autentica di espressione.
GIUSEPPE ARCIERI
Mi chiamo Giuseppe Arcieri e mi sono diplomato nel 2016 all’Istituto Professionale, indirizzo Promozione commerciale e pubblicitaria – ex “Nicola Garrone” (lo chiamo ancora così per abitudine). Oggi ho 27 anni e sono iscritto al Biennio della Laurea Magistrale in Cinema e New Media Art presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, dove ho conseguito la Laurea Triennale.
Il mio ricordo più bello di quegli anni è legato ai miei compagni di classe: insieme abbiamo vissuto giornate indimenticabili, piene di divertimento, entusiasmo e creatività. Ricordo con grande piacere le lezioni di storia del professor Emanuele Junior Solofrizzo, che sapeva parlare con un linguaggio semplice e coinvolgente, andando spesso oltre l’argomento trattato e riuscendo a trasmetterci una vera passione per la materia. Un posto speciale nel mio cuore lo occupano anche le lezioni del professor Antonio Diviccaro, che ci ha fatto innamorare della storia dell’arte. E poi c’è la professoressa Monterisi: con lei le ore di educazione fisica volavano, perché riusciva a essere non solo un’insegnante, ma una vera maestra di vita.
Sin da bambino ho sempre avuto la passione per il cinema: mi nutrivo di pane e film! Amavo passare da un genere all’altro, dal western alla commedia italiana, fino ai grandi blockbuster americani. E poi mi divertivo a inventare storie con i miei pupazzi — forse è lì che è nato tutto.
Al mio “io” di allora direi di leggere e approfondire di più, e sicuramente di essere un po’ meno sventato. Ai ragazzi di oggi, invece, consiglio di essere curiosi, di andare oltre la superficie delle cose: in ogni dettaglio può nascondersi un tesoro. E aggiungo un invito: studiate i dipinti e i movimenti artistici, ricordando che la vostra scuola porta il nome di uno dei più grandi impressionisti del Novecento, Giuseppe De Nittis, e di sua moglie Léontine, una scrittrice straordinaria.
L’esperienza all’ex “Nicola Garrone” ha avuto un ruolo fondamentale nel mio percorso personale e professionale. Porto con me tanti insegnamenti e ricordi preziosi, come lo stage di fine anno presso l’agenzia di comunicazione ArtsMedia di Andria, che mi ha permesso di respirare da vicino il mondo della creatività.
ALESSIA DILERNIA
Mi chiamo Alessia Dilernia, ho frequentato l’Istituto Professionale indirizzo Servizi Commerciali e ho conseguito il diploma nel 2020 presso l’ex I.I.S.S. “N. Garrone”. Dopo, ho deciso di proseguire gli studi e, nel luglio 2023, ho conseguito la Laurea triennale in “Scienze dell’economia e della gestione aziendale” presso l’Università degli Studi di Foggia. Successivamente, ho proseguito gli studi per altri due anni, conseguendo la laurea magistrale in “Strategic Management”, erogata interamente in inglese presso la LUISS Guido Carli di Roma, che ho completato nel luglio 2025 Attualmente ho 25 anni e lavoro in una società multinazionale di consulenza da circa un anno e mezzo, la Deloitte S.p.A. Mi occupo principalmente di Controls Assurance e di miglioramento dei processi interni aziendali. Amo il mio lavoro perché ogni giorno è diverso, si imparano sempre cose nuove e si cresce tantissimo anche come persone. Uno dei momenti più emozionanti del mio percorso universitario è stato superare l’ultimo esame, sia della triennale che della magistrale. Quella sensazione di leggerezza, di felicità, di “ce l’ho fatta” è qualcosa di impagabile che, penso, non dimenticherò mai.
Durante gli anni trascorsi a scuola ho avuto l’opportunità di incontrare docenti che mi hanno lasciato un segno profondo e che hanno contribuito in modo significativo alla mia crescita personale. In particolare, la prof.ssa Mariapia Doronzo è stata una figura fondamentale per me, accompagnandomi dal secondo al quinto anno come insegnante di Economia Aziendale. Il suo modo di insegnare mi ha fatto comprendere quanto fosse importante conoscere il mondo dell’economia per capire davvero la realtà che ci circonda e imparare a costruire, con le proprie competenze, qualcosa di concreto. Lei ha creduto sempre in me e nelle mie potenzialità. Ricordo ancora oggi come, durante le lezioni, ci facesse entrare nel mondo reale, facendoci comprendere quanto fosse importante saper applicare concretamente le conoscenze acquisite. Mi ha insegnato a non accontentarmi mai e a fare sempre del mio meglio. Grazie a lei abbiamo avuto l’opportunità di visitare diverse aziende locali, esplorando realtà aziendali e imparando direttamente sul campo come teoria e pratica possano intrecciarsi. È così che ho capito cosa volessi fare “da grande”. Un ringraziamento speciale va alla prof.ssa Nunzia Natalia Morelli, che mi ha fortemente voluta nel team di Hostess & Steward della scuola sin dal mio primo anno. Con lei ho appreso il valore dell’impegno, della presenza e della professionalità, sperimentando sul campo cosa significhi lavorare in situazioni reali, sviluppando così maggiore sicurezza. Proprio grazie a quell’esperienza ho compreso anche l’importanza del lavoro di squadra, del sostegno reciproco e della collaborazione finalizzata al raggiungimento di obiettivi comuni, qualità che oggi porto con me nel mio percorso personale e professionale.
Credo che, se potessi tornare indietro, direi alla Alessia di allora di avere più fiducia in se stessa e nei suoi sogni, di impegnarsi sempre e, soprattutto, di non avere paura di sbagliare, perché è proprio dagli errori che si impara di più. Vorrei trasmettere questo consiglio anche ai ragazzi che attualmente frequentano la mia scuola. Anche se a volte sembra tutto difficile, con costanza e determinazione si possono raggiungere grandi traguardi, perché ogni piccolo passo conta.
Penso che la mia esperienza in questa scuola sia stata la base di tutto. Mi ha fornito solide basi, ma anche valori fondamentali come il rispetto, la curiosità e la voglia di migliorarmi sempre. Guardando indietro, mi rendo conto che tutto è partito da quei banchi e, ogni volta che ci penso, sorrido, perché so che da lì è cominciato davvero il mio percorso: un viaggio che auguro a ciascun ragazzo di intraprendere.
Giornata Mondiale dei Diritti Umani
La Giornata Mondiale dei Diritti Umani, istituita nel 1950 dall’ONU, si celebra il 10 dicembre, data in cui, nel 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, un documento che dichiara i diritti irrinunciabili che tutti noi possediamo in quanto esseri umani, senza distinzioni di razza, colore, religione, sesso, lingua, origine, nascita o opinioni di alcun genere.
Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità
L’obiettivo principale di questa giornata è promuovere i diritti e il benessere delle persone con disabilità in tutte le aree della società e dello sviluppo. La disabilità è una realtà complessa che coinvolge una vasta gamma di condizioni fisiche, mentali, sensoriali e cognitive. Non si tratta solo di limitazioni individuali, ma di come la società costruisce barriere, fisiche e culturali, che possono ostacolare la piena partecipazione e integrazione.
Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne
La ricorrenza viene celebrata il 25 novembre di ogni anno, per ricordare un brutale assassinio avvenuto nel 1960, nella Repubblica Dominicana, dove le tre sorelle Mirabal, considerate rivoluzionarie, vennero torturate e uccise.
Giornata Internazionale dei diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza
La Giornata internazionale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza si celebra ogni anno il 20 novembre, data in cui, nel 1989, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una Convenzione che ha riconosciuto per la prima volta che bambini, bambine e adolescenti sono titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici.
Giornata Mondiale del Patrimonio Audiovisivo
L’UNESCO ha dichiarato il 27 ottobre Giornata mondiale per il patrimonio audiovisivo come occasione per promuovere la consapevolezza dell’importanza di immagini e suoni per la memoria collettiva.
Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà
La povertà, un problema che, nonostante il progresso tecnologico, la diffusione del benessere materiale e il sempre più diffuso riconoscimento dei diritti umani, riguarda ancora la maggior parte dell’umanità.
Non solo nei Paesi più poveri, ma anche nel ricco Occidente, dove la povertà non si misura soltanto in termini economici. Per bambini e adolescenti sono importanti anche le opportunità di crescita educativa: quando mancano, si parla di “povertà educativa”.
Giornata Europea delle lingue
Lo scopo generale della Giornata è quello di richiamare l’attenzione sulla ricca diversità linguistica e culturale dell’Europa, che deve essere mantenuta e incoraggiata, ma anche sulla necessità di accrescere la gamma di lingue apprese nel corso della vita, in modo da sviluppare la propria competenza plurilinguistica e arricchire la comprensione interculturale.
Giornate Europee del Patrimonio
Le Giornate Europee del Patrimonio (European Heritage Days) costituiscono il più partecipato degli eventi culturali in Europa, promosso dal 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea.
Giornata Mondiale contro il lavoro minorile
Condizione dell`infanzia nel mondo: il problema dello sfruttamento del lavoro minorile. Il lavoro minorile è da sempre una piaga della società, soprattutto nei paesi in via di sviluppo e nelle fasce di popolazione più povere e deboli.
Giornata della Legalità
1992: la mafia uccide barbaramente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due magistrati più attivi nella lotta a Cosa Nostra. Nella strage di Capaci muoiono insieme a Falcone anche la moglie, Francesca Morvillo, e i tre uomini della sua scorta, Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro. Nella strage di Via D’Amelio a Palermo perdono la vita con Paolo Borsellino i cinque uomini della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.
Giornata Internazionale dei Musei
I Musei sono un importante mezzo di scambio culturale, arricchimento delle culture e sviluppo di comprensione reciproca, cooperazione e pace fra i popoli.
Giornata dell’Europa
Il 25 marzo del 1957 nei saloni del Campidoglio in Roma i rappresentanti di Francia, Germania Ovest, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo firmano i trattati istitutivi della Comunità Economica Europea (CEE) e della Comunità Europea dell’Energia Atomica (CEEA, o EURATOM). Sono i ‘Trattati di Roma’, che – andandosi ad aggiungere alla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), già istituita nel 1951 – rappresentano lo storico atto di nascita della Comunità europea, poi trasformatasi nell’odierna Unione.
Giornata Mondiale del Disegno
Ogni anni, il 27 aprile, si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del Disegno, istituita a Londra nel 1962 dall’Associazione dei Disegnatori professionisti del disegno grafico. Un intero giorno del nostro calendario dedicato all’arte e alla creatività, per promuovere il valore della comunicazione attraverso il disegno.
Giornata Mondiale dell’Autismo
Gli ultimi dati dell’Osservatorio Nazionale dicono che in Italia 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) rienta nello spettro autistico con una prevalenza maggiore nei maschi: i maschi sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine. L’Osservatorio Nazionale è un progetto finanziato nel 2016 dalla Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dal ministero della Salute.
Questi dati sottolineano la necessità di adottare politiche sanitarie, educative e sociali mirate, per incrementare i servizi e migliorare l’organizzazione delle risorse a supporto delle famiglie.
Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie
Lungo e doloroso è l’elenco delle morti per mafia nel nostro Paese, dagli anni Sessanta, con la prima guerra degli apparati dello Stato alle cosche, fino agli spaventosi attentati del 1990 e alla morte dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in quella che è stata definita “l’ultima stagione”, la più cruenta, delle stragi di mafia.
Giornata Internazionale della Felicità
Felicità raggiunta, si cammina per te sul fil di lama, scrive Eugenio Montale. Vorremmo che la felicità fosse uno stato d’animo perenne, ma in realtà ci appare come una condizione transitoria, se non addirittura come un’utopia.
Giornata per i disturbi alimentari
Istituita a giugno 2018 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il 15 marzo è la Giornata Nazionale per i disturbi alimentari, iniziativa pensata per offrire supporto a coloro che stanno lottando contro le problematiche dei “Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)”, tra cui anoressia, bulimia, obesità e altre forme ancora. E per sensibilizzare l’opinione pubblica su una patologia sempre più diffusa.
Giornata Internazionale della Donna
Un momento importante per riflettere sui progressi compiuti nella lotta per l’uguaglianza di genere e per riaffermare l’impegno a eliminare le disparità, le discriminazioni e le violenze che le donne continuano a subire. Questa giornata ci ricorda che c’è ancora molto da fare per garantire un mondo in cui tutte le donne possano vivere liberamente e realizzare appieno il proprio potenziale.
La Giornata dei Giusti dell’umanità
Questa data ricorda la scomparsa di Moshe Bejski, un magistrato israeliano, superstite dell’Olocausto. Ogni anno il 6 marzo si ricorda l’esempio dei Giusti del passato e del presente per diffondere i valori della responsabilità, della tolleranza, della solidarietà.
Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili
La ricerca scientifica e tecnologica, sta lavorando per mostrandoci come il superamento dell’uso delle energie di origine fossile rappresenti un punto fermo ineludibile per il futuro del pianeta Terra.
Giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza
La Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza è stata istituita nel 2015 dall’Assemblea Nazionale dell’ONU, e patrocinata dall’UNESCO, con lo scopo di sensibilizzare e invitare gli Stati membri, le università, la società in generale “a promuovere la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze, in materia di istruzione, formazione, occupazione e processi decisionali”.
Il Giorno del Ricordo
Il Giorno del ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Istituita con la legge 30 marzo 2004, vuole conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Giornata contro il bullismo e il cyberbullismo
Il 7 febbraio è la Giornata contro il bullismo e il cybullismo, un fenomeno in preoccupante crescita che riguarda soprattutto giovani e giovanissimi ma non solo. Istituita nel 2017 su iniziativa del Miur, l’appuntamento del 7 febbraio è un’occasione per conoscere meglio questa piaga sociale e per riflettere su quali possano essere gli strumenti per impedire che comportamenti violenti e di prevaricazione continuino ad accadere.a.
Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare
Istituita nel 2014 dal Ministero dell’Ambiente con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna, la Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare si celebra ogni anno il 5 febbraio con lo scopo di sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica e richiamare l’attenzione sul problema delle enormi quantità di cibo ancora commestibile che finiscono in discarica.
Giornata internazionale dell’educazione
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 24 gennaio Giornata Internazionale dell’Educazione, come ruolo chiave nell’educazione alla pace e allo sviluppo sostenibile.
Il giorno della memoria
Il Giorno della Memoria si celebra ogni anno per non dimenticare cosa sia stata la Shoah e i milioni di vittime che produsse. La data si riferisce al 27 gennaio del 1945, giorno in cui l’Armata Rossa liberò il campo di concentramento nazista di Auschwitz.