Scambi intergenerazionali
L’Università della Terza Età (UTE) “Ovidio Gallo” di Canosa di Puglia (BT) ha incontrato lo scorso 8 maggio, la classe 3BC indirizzo Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale dell’IISS Leontine e Giuseppe De Nittis sede di Canosa, accompagnata dalle Prof.sse Milena Scaringella, Katiuscia Spera e Cristina Saccinto, quest’ultima nella sua doppia veste di assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione.
Affettuosamente accolti, presso l’Auditorium della Parrocchia di Gesù, Giuseppe e Maria, da Filomena Bisceglia, storica maestra di tante generazioni di canosini, gli ospiti hanno preliminarmente ricevuto il saluto del presidente dott. Sabino Trotta.
Poi tutti gli studenti – adulti e adolescenti – hanno preso posto formando un unico cerchio ed al suo interno, i primi hanno spiegato che le Università della terza età sono centri culturali riconosciuti con lo scopo di promuovere la cultura e l’inserimento degli anziani nella vita sociale e culturale della città e che non esiste un limite di età per iscriversi e che, quindi, non esiste un limite di età per iniziare o ricominciare a studiare.
La “provocazione” è stata immediatamente colta dai più giovani che, a loro volta, hanno riferito di percepire spesso lo studio come costrizione o passaggio obbligato per accedere alla libertà di uscire e /o di dedicarsi alle attività preferite e così il dibattito si è acceso e sono emersi notevoli spunti di riflessione.
Chiaramente i giovani di oggi non sono poi così diversi da quelli di ieri, i primi amori, la voglia di libertà, di indipendenza, ma è innegabile che alcune differenze sono quasi incolmabili, l’innovazione tecnologica e le sue ripercussioni sociali, culturali, economiche procedono a ritmi sempre più rapidi e irraggiungibili per molti sicchè la vicinanza, la presenza fisica, come attestato dall’incontro in questione, resta il modo più autentico per favorire lo scambio culturale, esperienziale ed emotivo tra generazioni.
L’evento si è avviato alla conclusione e i ragazzi della 3BC hanno regalato ai “colleghi” una tela dipinta di bianco e oro sulla quale poi tutti i partecipanti hanno impresso la propria impronta con la mano intrisa di colore, realizzando un opera che resterà esposta presso la sede dell’Università della Terza Età.
L’atmosfera cordiale, allegra e a tratti chiassosa, ha reso evidente la necessità di ripetere l’esperienza e ha sancito l’intesa di rivedersi magari organizzando un ciclo di incontri e individuando tra i tanti spunti emersi, i temi più interessanti sui quali confrontarsi.